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Il coniuge separato che intenda trasferirsi non perde l’idoneità genitoriale. Tribunale di Chieti, 4 agosto 2023

Tribunale di Chieti, Est. Falco, sentenza 4.08.2023 per visualizzare l'allegato è necessario autenticarsi

Le reiterate violenze fisiche e morali inflitte da un coniuge all’altro costituiscono violazioni talmente gravi dei doveri nascenti dal matrimonio da fondare, di per sé sole, non solo la pronuncia di separazione personale, in quanto cause determinanti la intollerabilità della convivenza, ma anche la dichiarazione della sua addebitabilità all'autore di esse. Il loro accertamento esonera il giudice del merito dal dovere di procedere alla comparazione, ai fini dell'adozione delle relative pronunce, col comportamento del coniuge che sia vittima delle violenze, trattandosi di atti che, in ragione della loro estrema gravità, sono comparabili solo con comportamenti omogenei.

Il Giudice non ha il potere d'imporre all'uno o all'altro dei coniugi stessi di rinunziare a un progettato trasferimento, che del resto corrisponde a un diritto fondamentale costituzionalmente garantito, ma non può che prendere atto delle determinazioni al riguardo assunte dell'interessato e regolarsi di conseguenza nella decisione, che gli compete, sull'affido e il collocamento dei figli minori. Nessuna norma, inoltre, impone di privare il coniuge che intenda trasferirsi, per questo solo fatto, dell'affido o del collocamento dei figli presso di sè; la decisione del giudice è discrezionale e deve ispirarsi, , al superiore interesse dei figli minori.

 

Separazione dei coniugi –violenze – addebito – affido super esclusivo – autorizzazione al trasferimento

Rif. Leg.: art. 337-ter c.c. – art. 151 c.c.

editor: Fossati Cesare