E' sempre ammessa l'azione di accertamento dell'inesistenza dei presupposti che legittimano l'esclusione del coacquisto. - Cass. sez. unite un. 28 ottobre 2009, n. 22755
- Divisione -
Il coniuge non acquirente di un bene può successivamente
proporre domanda di accertamento della comunione legale anche rispetto a beni che siano stati
acquistati come personali dall'altro coniuge, non risultando precluso tale accertamento dal fatto che
il coniuge non acquirente fosse intervenuto nel contratto per aderirvi. Salvi gli effetti della
trascrizione della domanda, il sopravvenuto accertamento della comunione legale non è opponibile al
terzo acquirente di buona fede.
Nel caso di acquisto di un immobile effettuato dopo il matrimonio da
uno dei coniugi in regime di comunione legale, la partecipazione all'atto dell'altro coniuge non
acquirente, prevista dall'art. 179, comma 2, c.c., si pone come condizione necessaria ma non
sufficiente per l'esclusione del bene dalla comunione , occorrendo a tal fine non solo il concorde
riconoscimento da parte dei coniugi della natura personale del bene, richiesto esclusivamente in
funzione della necessaria documentazione di tale natura, ma anche l'effettiva sussistenza di una
delle cause di esclusione dalla comunione tassativamente indicate dall'art. 179, comma 1, lett. c, d
ed f, c.c., con la conseguenza che l'eventuale inesistenza di tali presupposti può essere fatta
valere con una successiva azione di accertamento negativo, non risultando precluso tale accertamento
dal fatto che il coniuge non acquirente sia intervenuto nel contratto per aderirvi.
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