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Violenza in famiglia. Le dichiarazioni coerenti e dettagliate della vittima sono affidabile prova del reato - Cass. Pen., Sez. III, sent. 14 maggio 2024 n. 18878

Cass. Pen., Sez. III, sentenza 14 maggio 2024 n. 18878 – Pres. Ramacci, Cons. Rel. Mengoni per visualizzare l'allegato è necessario autenticarsi

E’ provato il delitto di maltrattamenti alla luce dei riscontri ottenuti dalle dichiarazioni logiche, coerenti e dettagliate, della persona offesa, dalle quali emerga una reiterata ed abituale condotta di vessazione nei confronti della moglie e dei figli, sostenuta anche dall'abuso di sostanze alcoliche e stupefacenti, realizzando così un sistema di vita familiare usualmente connotato da offese, minacce e lesione della dignità delle persone.
Il carattere coerente e non contraddittorio delle dichiarazioni della donna vittima di maltrattamenti e violenza sessuale da parte del marito, con riguardo al numero, alla natura ed al tempo degli episodi, la spontaneità e l'autonomia delle stesse parole, costituiscono affidabile prova del reato.


Violenza sessuale - Maltrattamenti in famiglia - Lesioni personali – Rif. Leg. art. 572 cod. pen.

editor: Cianciolo Valeria