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Il turpiloquio contro l'amante non sempre è aberrante - Tribunale di Verona, sent. 15 dicembre 2022

Si ringrazia l'Avvocata Barbara Lanza del Foro di Verona e coordinatore Regionale ONDIF Veneto, per la segnalazione dell'interessante provvedimento


Il danno risarcibile non è in re ipsa e va pertanto individuato non nella lesione del diritto inviolabile ma nelle conseguenze di tale lesione, sicché, la sussistenza di tale danno non patrimoniale deve essere oggetto di allegazione e prova e la sua liquidazione deve essere compiuta dal Giudice sulla base non di valutazioni astratte ma del concreto pregiudizio presumibilmente patito dalla vittima per come da questa dedotto e provato.

Avvocata Barbara Lanza

Diritto penale - Diffamazione - Natura delle espressioni - Risarcimento del danno

 

Mercoledì, 21 Dicembre 2022
Giurisprudenza | Separazione e divorzio | Responsabilità | Diritto penale della famiglia | Merito Sezione Ondif di Verona
Tribunale di Verona, sent. 15 dicembre 2022 - Giud. Est. Benazzi per visualizzare l'allegato è necessario autenticarsi

Il tribunale di Verona ha ritenuto che le espressioni ingiuriose usate da una moglie nei confronti della compagna del marito dovessero essere attentamente contestualizzate e valutate in rapporto alla personalità dell'offesa e dell'offensore nonché al contesto nel quale dette espressioni siano state pronunciate. Le espressioni che parte convenuta ha pronunciato nei confronti di parte attrice vengono lette come uno sfogo di una moglie “tradita”, di cui la stessa comunque si è fatta carico offrendo la somma di € 400,00 in sede penale. Il danno non patrimoniale richiesto da parte attrice nel proprio atto introduttivo, identificato come il patimento d'animo che la stessa avrebbe sofferto in ragione delle affermazioni rese dalla sig.ra TULLIA, non è stato dimostrato.
Quest'ultima, infatti, avrebbe dovuto allegare documentazione attestante lo stato di salute psichico di cui pretendeva il risarcimento. Le prove orali richieste dall'attrice su capitoli di prova relativi allo stato d'animo della stessa e al suo patimento, sono state ritenute inammissibili perché formulate in maniera valutativa e generica e non demandabili ad un testimone ma eventualmente da provarsi con consulenza medica.

Avvocata Barbara Lanza

autore: Cianciolo Valeria