In arrivo il vero affidamento condiviso? Ancora di fronte Tolomeo e Copernico, di Marino Maglietta
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Seguendo le cronache mediatiche, oggi come un tempo – quando fu introdotto - si può avere l’impressione che l’affidamento condiviso dei figli sia un istituto che divideva e divide in due il paese principalmente sotto l’aspetto del genere: padri contro madri, se non addirittura donne contro uomini, quale ribellione al patriarcato. E non mancherebbe, di conseguenza, una contrapposizione politica ancora più drastica, benché sottintesa: da una parte i conservatori, dall’altra progressisti.
Niente di più errato. Effettivamente l’affidamento condiviso divide, ma non nel senso descritto. Si tratta di un istituto (come era stato pensato) che può essere accolto con estremo favore o con estrema riluttanza, ma non per categorie intere, come vorrebbe il messaggio che alcuni si sforzano di costruire. In realtà, non si può che dissentire dal modo in cui le categorie vengono create. Le madri sono divise, i padri ugualmente. Madri illuminate che vorrebbero il supporto dell’ex nella cura dei figli e non lo ricevono sono alleate naturali dei padri che vorrebbero essere presenti (un numero rapidamente crescente), ma trovano insormontabili ostacoli in madri sedotte dal miraggio dell’assegno che la giurisprudenza attribuisce al genitore prevalente e che pratica la maternal preference. E la politica esibisce profondi sconvolgimenti che giungono fino alla prevalente inversione della tradizionale attribuzione dei ruoli. Fautori e detrattori albergano un po’ ovunque, anche se indubbiamente si possono individuare talune tipicità.
E tuttavia per l’attento osservatore una discriminante esiste ed è implicita in quanto appena detto. L’affidamento condiviso - così come è stato pensato da chi scrive e varato a suo tempo dal Parlamento - presenta norme destinate ad incidere fortemente sulla struttura sociale del paese e pertanto i suoi fautori e i suoi detrattori si dividono anzitutto in funzione degli effetti concreti che può produrre: ovvero della specifica, particolare convenienza. Che a sua volta porta alla politica, oppure no, un ben preciso consenso.
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editor: Fossati Cesare
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