
Fase 2, la presidente del CNF, Avv. Maria Masi, scrive al ministro della Giustizia
La lettera della presidente facente funzioni Maria Masi con cui il Consiglio Nazionale Forense chiede al ministro della Giustizia Bonafede di riaprire in sicurezza i tribunali per la fase 2 dell'emergenza sanitaria.
venerdì, 1 maggio 2020
Notizie | Processo civile | covid-19
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Onorevole Signor Ministro,
ci avviamo alla fase più delicata e per molti versi complicata, nell'ambito dell'emergenza sanitaria, ovvero alla ripresa dell'attività giudiziaria.
Si tratta, come evidente, di una attività essenziale – come tale non più differibile – specie in considerazione degli interessi sottesi, ossia la tutela dei diritti, che in questo particolare momento storico, reso drammatico dall'epidemia, è avvertita in modo ancora più urgente.
Viene chiesto all'Avvocatura, ai Magistrati, ai cancellieri e ai cittadini di adattarsi, con senso di responsabilità, alla tecnologia, fino a questo momento utilizzata nella nostra professione solo per alcuni aspetti e per alcune attività di carattere per lo più strumentale.
Il medesimo senso di responsabilità impone però alcune riflessioni. Il momento emergenziale non può e non deve tradursi in un pericoloso stravolgimento dei principi che regolano il giusto processo: la consapevolezza della transitorietà ed eccezionalità del ricorso a modalità di svolgimento dei processi e delle attività di indagine a distanza deve essere ribadita con forza e guidare le scelte normative future. Peraltro, nemmeno alla luce di essa può abdicarsi alla centralità della funzione difensiva e alle prerogative del difensore: non si possono “smaterializzare”, nemmeno in via transitoria ed eccezionale, il principio del contraddittorio, la discussione e i diritti della difesa e, nel processo penale, degli stessi imputati. Si ribadisce, quindi, la necessità di salvaguardare i principi della oralità, immediatezza e pubblicità che connotano il processo penale, escludendo qualsiasi ipotesi normativa che consenta la celebrazione a distanza di udienze istruttorie, con imputati liberi, e che preveda addirittura il distanziamento dell’avvocato dal giudice e quindi dal luogo deputato all’esercizio della giurisdizione. Anche nel processo amministrativo, come ritenuto dal Consiglio nazionale forense con la propria delibera del 20 aprile 2020 (Allegato n. 1 – delibera CNF n.195 del 20.4.2020), è fondamentale assicurare la partecipazione dei difensori, da remoto, all’udienza di discussione, prevedendo altresì che i difensori stessi possano chiederne lo svolgimento (ciò che, al momento, non è previsto).
Analoghe garanzie di adeguato bilanciamento di tutela urgono nell’ambito dei procedimenti in materia familiare, anche contenziosi, con le opportune garanzie del diritto di difesa, come prospettato da questo Consiglio nazionale forense con le Linee guida approvate nella seduta amministrativa del 20 aprile 2020 (Allegato n.2).
La ripresa dell'attività giudiziaria dovrà essere informata nella misura più ampia possibile a tali fondamentali principi, garantendo la salute di tutti gli operatori della giustizia e dei cittadini che ne sono destinatari attraverso una corretta e adeguata organizzazione e l'utilizzo indispensabile di presidi sanitari. L’esercizio della giurisdizione, al pari di quanto sta avvenendo per i comparti produttivi, va, in buona sostanza, riorganizzato in modo da garantire il rispetto dei principi fondamentali della pubblicità delle udienze, del diritto al contraddittorio e di difesa reali e non fittiziamente surrogati attraverso strumenti digitali rispetto ai quali, oltretutto, non tutti gli operatori sono pronti o avvezzi.
Il necessario bilanciamento tra l’art. 24 della Costituzione e l’art. 32 della medesima, insomma, impone misure organizzative precise e dettagliate che consentano di continuare a considerare le udienze da remoto una misura eccezionale e temporanea.
Anche a tal fine è altresì necessario un grande sforzo e il qualificato impegno di avvocati, magistrati e dirigenti amministrativi per l'adozione di un metodo funzionale alla condivisione di regole per la gestione delle udienze in presenza e da remoto che pur rispettando la specificità dei riti e, dove necessario, dei territori, declini l’esercizio in concreto della giurisdizione in maniera omogenea nell’intera nazione, salvaguardo sempre il bilanciamento degli interessi ovvero la tutela della salute e il diritto di difesa. Il Consiglio nazionale forense con questo spirito collaborativo ha inteso la condivisione delle linee guida realizzate di intesa con il CSM e la Corte di Cassazione.
Con il medesimo spirito il Consiglio nazionale forense rinnova la disponibilità a collaborare al fine di assicurare un'effettiva ripresa nelle modalità suggerite, salvaguardando i principi invocati.
L’opera di armonizzazione di provvedimenti dirigenziali e prassi va però implementata e ampliata.
Dall’esame, infatti, di alcuni dei protocolli sottoscritti nei vari distretti emergono già differenze non giustificabili con esigenze particolari territoriali e/o strutturali né funzionali, come sarà più ampiamento documentato.
Un primo percorso utile, ad avviso del Consiglio nazionale forense, al raggiungimento di detti obiettivi può essere articolato:
Infine, non può dimenticarsi la situazione ancora critica che si riscontra negli istituti penitenziari, nei quali il cronico sovraffollamento rappresenta un rilevante fattore di rischio per la salute degli agenti di polizia penitenziaria, degli operatori e soprattutto dei detenuti, i quali si trovano peraltro a scontare la pena in condizioni rese ancor più afflittive dall’assenza di visite e dalla sospensione delle attività trattamentali. Pur prendendo atto delle misure già adottate, il Consiglio nazionale forense avverte l’obbligo di ribadire l’assoluta urgenza di adottare tutti gli ulteriori provvedimenti necessari per ridurre il sovraffollamento delle carceri e rendere effettiva la tutela del diritto alla salute, costituzionalmente garantito, dei detenuti e di tutti coloro che operano all’interno degli istituti penitenziari (Allegato n. 7 – delibera CNF n.183 dell’8.4.2020). Allo stesso tempo, nella seduta amministrativa del 20 aprile 2020, il Consiglio nazionale forense ha deliberato di proporre al DAP l’adozione di specifiche linee guida relative allo svolgimento da remoto dei colloqui con il difensore, al fine di garantire la piena effettività del diritto di difesa (Allegato n. 8 – delibera CNF n.196 del 20.4.2020).
Confido che queste riflessioni condivise con il Plenum – che Le sottopongo nel consueto spirito di leale collaborazione istituzionale – possano essere di utilità nell’articolazione delle misure finalizzate a garantire l’ordinata ripresa delle attività giudiziarie, nel rispetto del ragionevole bilanciamento tra tutela della salute individuale e pubblica e dei diritti dei cittadini, a partire dal diritto inviolabile alla difesa.
L’occasione è gradita per porgere i saluti più cordiali
LA PRESIDENTE F.F.
Avv. Maria Masi
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