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Un modello formativo: laboratori sulla comunicazione

Laboratori sulla comunicazione Laboratori sulla comunicazione

Si è svolto a Roma, il 26 ed il 27 gennaio 2024 l’evento formativo sull’Ascolto del minore nell’ambito dei compiti del curatore e del tutore organizzato dalla scuola di alta specializzazione.

 Le tre relazioni della prima mattinata hanno tracciato, per tutti i partecipanti in plenaria, una cornice di riferimento teorico sugli argomenti affrontati sul versante giuridico e su quello psicologico. Le altre due sessioni, del venerdì pomeriggio e del sabato mattina, sono state poi dedicate ai laboratori sulla comunicazione.

I quattro piccoli gruppi sono stati condotti da professionisti con specifiche competenze di psicologia giuridica, esperti nella conduzione dei gruppi. I partecipanti ad ogni gruppo sono stati selezionati in modo da garantire una “disomogeneità geografica” tale da favorire lo scambio di esperienze e di prassi tra diverse realtà lavorative. 

Per i laboratori sulla comunicazione si è deciso di utilizzare la tecnica del role play che ha offerto la possibilità di coniugare gli aspetti cognitivi dell’ascolto del minore con quelli emotivi nella cornice di riferimento delle teorie psicodinamiche sull’incontro con l’Altro.

 I partecipanti ai quattro gruppi di lavoro, partendo dalla traccia di un caso, hanno avuto la possibilità di sperimentare la contiguità tra l’osservazione di ciò che accade e l’esperimento relazionale, protetti dalla dimensione del “come se” (o, come dicono i bambini, facciamo che io ero il curatore e che tu eri il bambino). Inoltre lo scopo della finzione ha creato una giusta distanza tra il troppo vicino, quando un evento accade realmente, ed il troppo lontano, quando se ne sente solo parlare. 

Il gruppo, partecipando alla rappresentazione, ha svolto una importante funzione di contenimento, una sorta di coro della tragedia greca, che ha dialogato con i partecipanti coinvolti in prima persona nella simulazione; i partecipanti hanno commentato quanto accadeva e ha dato un valido contributo alla comprensione delle dinamiche relazionali.

 

La rappresentazione psicodrammatica di un incontro tra il curatore ed il suo piccolo cliente ha evidenziato le difficoltà del compito e le notevoli implicazioni emotive che questo comporta. Nel partire dalla conoscenza di nozioni e di procedure si è passati a sperimentare l’incontro con l’altro, o con gli altri, nel qui ed ora dell’esperienza emotiva che si stava vivendo.

 Si è, altresì, sperimentato che ogni azione professionale si situa sul confine tra ciò che si sa fare e ciò che si prova emotivamente. I membri del gruppo, quindi, hanno avuto l’opportunità di apprendere direttamente da un’esperienza emotiva, molto più significativa di qualsiasi descrizione. Ciò ha poi offerto la possibilità di tradurre le emozioni vissute in narrazioni, riconquistando così nuovamente il primato del cognitivo sull’emotivo.

Si è, pertanto, concretamente sperimentato che l’esperienza emotiva, come base empirica della conoscenza, può essere utilizzata come una sorta di sestante interno che aiuta a tracciare la rotta nelle relazioni, alcune volte burrascose, con l’Altro e si è instaurato un dialogo interiore tra la conoscenza emotiva e quella cognitiva. Ogni partecipante ha potuto verificare come l’esperienza emotiva possa fornire la materia prima per sviluppare la funzione del pensare e del riflettere su cosa fare e soprattutto su come farlo. Quest’ultimo punto è stato ripreso nelle sessioni plenarie conclusive dove il lavoro svolto da ogni singolo gruppo si è integrato con quello degli altri.

Questo evento formativo è stato una fertile occasione che ha permesso a ognuno di integrare una ricognizione cognitiva sui confini del ruolo del curatore con i metodi di un ascolto empatico.    

I coordinatori del Gruppo

autore: Fossati Cesare