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Comunicato della Corte Costituzionale del 26 aprile 2022 - Illegittime tutte le norme che attribuiscono automaticamente il cognome del padre

Il Tribunale di Bolzano con un’ordinanza di remissione del 17 ottobre 2019, n. 78 aveva sollevato dinanzi alla Consulta questione di legittimità costituzionale rispetto all'art. 262, primo comma, codice civile, nella parte in cui non consente ai genitori, di comune accordo, di trasmettere al figlio, al momento della nascita, il solo cognome materno per violazione delle disposizioni della Costituzione: articoli 2, 3, intesi quale tutela dell'identità personale e riconoscimento dell'uguaglianza tra la donna e l'uomo (cfr. art. 29, eguaglianza morale e giuridica dei coniugi); articolo 11 e 117, comma 1, Costituzione rispetto agli articoli 8 e 14 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali intesi quali tutela della vita privata e familiare e divieto di discriminazione, articolo 11 e 117, comma 1, Costituzione rispetto agli articoli 7 e 21 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea intesi quali rispetto della vita privata e della vita familiare e divieto di discriminazione.
La Corte Costituzionale con l’ordinanza dell’11 febbraio 2021 n. 18 ha disposto l’autorimessione delle questioni di legittimità costituzionale dell’art. 262, comma 1, c.c., nella parte in cui, in mancanza di diverso accordo dei genitori, impone l’acquisizione alla nascita del cognome paterno, anziché dei cognomi di entrambi i genitori, in riferimento agli artt. 2, 3 e 117, comma 1, Cost., quest’ultimo in relazione agli artt. 8 e 14 CEDU.
Nelle sue motivazioni, il Giudice delle Leggi aveva rilevato che il sistema attuale è il portato di una concezione patriarcale della famiglia e dei poteri del marito, non più compatibile con il principio costituzionale di uguaglianza tra uomo e donna. Doverosa, dunque, nel nostro paese, una rilettura dei meccanismi di attribuzione del cognome soprattutto dopo la sentenza Cusan Fazzo.
Con il comunicato del 27 aprile 2022 si prende atto che la Corte ha ritenuto discriminatoria e lesiva dell’identità del figlio la regola che attribuisce automaticamente il cognome del padre.
Valeria Cianciolo