Il matrimonio nelle leggi dei paesi islamici del bacino del Mediterraneo
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A cura di: Avv. Anna Maria Monti.
Il Diritto islamico rappresenta, con riferimento alla sua
diffusione nel mondo, il terzo grande sistema giuridico mondiale ed è la fonte del vigente diritto
positivo dei Paesi mussulmani, ma ha una sua particolarità in quanto, almeno in via di principio e
teorica, nell'Islam la sfera religiosa non è distinta dal quella giuridica.
Con riferimento a
questo principio base vanno però esaminate tre considerazioni e avvenimenti di particolare
importanza che hanno sviluppato dei cambiamenti, a volte anche profondi, nel Diritto islamico:
1)
L'avvicinarsi all'Occidente del Diritto islamico al fine di sviluppare l'economia e soprattutto
rami nuovi, tipo il diritto costituzionale, commerciale, penale e delle banche per evitare una
fossilizzazione che avrebbe ostacolato lo sviluppo economico dei Paesi mussulmani;stessi.
2)
La necessità pratica di dare un ordine a norme particolari, da tempo regolate dalla normative
tradizionali e spesso tribali, come tutto ciò che si riferisce al matrimonio e al Diritto di
Famiglia, codificandole con la conseguenza di contrapporsi alle norme tradizionali, con tutti i
problemi che ne sono conseguiti a seconda anche delle scuole religiose in cui venivano ad
inserirsi.
3) La necessità, avvicinandosi all'Occidente, di istituire Tribunali di tipo
occidentale, abbandonando le figure tradizionali del qaddì e degli organismi giurisdizionali vigenti
da secoli.
Questi cambiamenti, come si può facilmente comprendere, si sono verificati a "macchia di
leopardo", e non sono stati uguali e con la stessa forza di penetrazione in tutti i Paesi di Diritto
islamico con le contraddizioni e le problematiche che sono sorte e che oggi possiamo vedere.
Prima
dell'avvento dell'islamismo il sistema giuridico vigente era basato sulle consuetudini, che quindi
variavano notevolmente da tribù a tribù, e non esisteva un sistema giudiziario articolato con Giudici
di concezione occidentale e moderna, ma le controversie erano devolute ad un arbitro(hakam), spesso il
Capo della tribù o per lo meno una persona alla quale veniva riconosciuto un alto rispetto all'interno
della Comunità, per le sue doti personali e di lignaggio.
autore: cesare fossati
Martedì, 24 Novembre 2009
Matrimoni misti e unioni paramatrimoniali |