AAVV. Rifiuto genitoriale. Approccio integrato multiprofessionale, un Vademecum Operativo per lavorare in rete

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“Figli appesi ad un filo, che se tirato dai due capi, rischia di spezzarsi”: è questa l’immagine grafica che ci introduce al tema oggetto del Vademecum operativo sul Rifiuto genitoriale immotivato di recente pubblicazione.
È un tema, quello del rifiuto, oggi particolarmente sentito non solo in ambito psicologico-clinico, ma anche forense-giuridico, come peraltro testimoniato dall’inserimento nel Codice di Procedura Civile, Libro II, Titolo IV-bis, dell’art. 473-bis.6 – rubricato Rifiuto del minore a incontrare il genitore”, norma che rappresenta il primo riconoscimento legislativo dell’esistenza del fenomeno e della necessità di un intervento urgente.
Le ricerche sino ad oggi condotte hanno permesso di elaborare criteri per spiegare i comportamenti dei figli - e dei genitori - che vivono la condizione del rifiuto, e anche le cause del disagio, che, di fatto, si traduce in una recisa negazione da parte di un figlio nei confronti di un genitore con il quale ha sino ad allora intrattenuto una relazione, in assenza di violenze o di maltrattamenti da parte di quest’ultimo.
Oggi un gruppo multiprofessionale di assistenti sociali, psicologi, psicoterapeuti, psichiatri e neuropsichiatri infantili, giuristi, educatori professionali, insegnanti, pedagogisti, operatori di servizi sociali e socio-sanitari si è riunito intorno ad un tavolo per “attraversare” le storie di sofferenza di genitori e figli, comprenderle e concretamente attivarsi per proporre rimedi.
E’ necessario “abitare” il dolore per superarlo, ma ciò può avvenire solo attraverso un lavoro armonico e solidale di tutte le diverse professionalità coinvolte, di operatori e istituzioni, nel dichiarato fine di “fare rete”, per contrastare il fenomeno con tutte le sue pregiudizievoli conseguenze.
Il testo è un dialogo a più voci, frutto di riflessioni collettive, di confronti e di studi che non solo descrivono, ma propongono rimedi, nella consapevolezza che la tutela del minore si esplica solamente tramite un approccio multidisciplinare integrato che ponga al centro i suoi interessi.
Il tema che pervade le pagine del libro è quello delle tempestività dell’intervento, onde evitare il cancrenirsi di un distacco insormontabile e nella prospettiva di un possibile ripristino delle relazioni genitoriali, in conformità peraltro all’orientamento espresso dalla giurisprudenza di legittimità e della Corte EDU.
Il metodo che viene proposto si concreta in una “faticosa” educazione dei genitori ad arginare le loro logiche meramente avversariali e vendicative per comprendere le richieste di cura del figlio ed evitare così il rischio di un grave danno evolutivo.
La letteratura specialistica sul tema rappresenta infatti le drammatiche conseguenze del mantenimento nel tempo di una posizione di rifiuto, con perniciose ripercussioni sulla personalità del minore, contrarie ai suoi best interests.
Lo sguardo sul minore si accompagna alla presa di coscienza della sofferenza del genitore rifiutato e ad una generale attenzione al nucleo familiare intero, che, ancorchè disgregato, comunque sussiste.
Ciascuno degli autori porta il proprio prezioso contributo a livello professionale, esperienziale e umano per individuare le azioni da intraprendere e le tempistiche, ma soprattutto per conoscere e fare conoscere il fenomeno a rilevanza sociale nei diversi settori psicologico e giuridico.
Non un punto di arrivo, ma di partenza, non solo attenzione ai fatti e ai rimedi, ma anche alla prevenzione di un problema che interessa la società civile intera e che sta diventando un’emergenza sociale.
Snello, essenziale, mai scontato, né retorico: è un testo non circoscritto ad una categoria di professionisti – dell’area psi, piuttosto che giuridica - ma fruibile da chiunque, un testo che, garbatamente, smuove le coscienze di tutti e ciascuno sulla necessità di un’azione concreta e immediata su un problema che viene conclusivamente definito di salute pubblica.
È un’emergenza di cui ciascuno di noi è chiamato a prendere atto, un disagio sociale che lede i diritti e la salute dei figli, ma anche dei genitori: il rifiuto alla continuità dei legami familiari non può e non deve essere accettato, ma curato tempestivamente e anche prevenuto, in nome di quella naturale e fondamentale relazione tra genitori e figli che costituisce il fondamento di ogni umanità.
Sara Fiasco
È un’emergenza di cui ciascuno di noi è chiamato a prendere atto, un disagio sociale che lede i diritti e la salute dei figli, ma anche dei genitori: il rifiuto alla continuità dei legami familiari non può e non deve essere accettato, ma curato tempestivamente e anche prevenuto, in nome di quella naturale e fondamentale relazione tra genitori e figli che costituisce il fondamento di ogni umanità.
Sara Fiasco
editor: Fossati Cesare
Giovedì, 19 Ottobre 2023
Questionario per acquisire dati aventi ad oggetto situazioni di rifiuto genitoriale |