No al piano di ristrutturazione del debito che non tiene conto delle conseguenze derivanti dall’esecuzione sul bene pignorato. Tribunale di Genova, sent. 23 gennaio 2025
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Non può affermarsi la fattibilità del piano di ristrutturazione del debito proposto dalla ex coniuge che, nel presupposto di continuare ad abitare nell’immobile di proprietà, costituente già casa coniugale - escluso dal piano di ristrutturazione, ha previsto il versamento di una somma mensile calcolata sulla base del raffronto fra entrate e spese, senza tenere conto del fatto che l’immobile predetto risulta cointestato con l’ex marito, debitore in solido, e che il creditore ipotecario ha già instaurato la procedura esecutiva immobiliare, che può legittimamente proseguire nei confronti del condebitore, così costringendo l’istante, una volta venduto l’immobile, a dover presumibilmente sostenere il costo di un nuovo alloggio.
Rif. Leg. Artt. 67, 70 D. Lgs 12 gennaio 2019, n. 14, come modificato dal D.Lgs. 13 settembre 2024, n. 136
Piano di ristrutturazione del debito – Fattibilità – Immobile cointestato – Procedura esecutiva immobiliare
Nella fattispecie, prima e senza entrare nel merito della opposizione al piano avanzata dal condominio creditore, sostiene il Giudice Fallimentare che, stante la eventuale necessità della ricorrente di dovere reperire altra soluzione abitativa al termine della procedura esecutiva gravante sull’immobile in comproprietà, non possa ragionevolmente sostenersi che la quota mensile messa a disposizione del piano possa rimanere tale per tutta la durata prevista, con conseguente giudizio di non fattibilità dello stesso. Il piano proposto infatti non valorizza il dato della vendita dell’immobile, basando il ragionamento su una disponibilità economica mensile che presuppone la disponibilità anche di una casa di abitazione.
Il piano pertanto non viene omologato.
editor: Fossati Cesare
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