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Il reato di maltrattamenti in famiglia non è escluso per effetto della maggiore capacità di resistenza dimostrata dalla persona offesa - Cass. Pen., Sez. VI, Sent., 31 dicembre 2024, n. 47648

Cass. Pen., Sez. VI, Sent., 31 dicembre 2024, n. 47648; Pres. Aprile, Rel. Cons. Pacilli per visualizzare l'allegato è necessario autenticarsi

Il reato di maltrattamenti in famiglia è, comunque, configurabile nel caso in cui le condotte violente o sopraffattrici non integrino l'unico registro di comunicazione con il familiare vessato, potendo anche accadere che le abituali vessazioni, capaci di cagionare sofferenze, privazioni ed umiliazioni, siano intervallate da condotte "normali" e persino dallo svolgimento di attività anche gratificanti per la parte lesa: ciò tenuto conto che il reato non è escluso per effetto della maggiore capacità di resistenza dimostrata dalla persona offesa o da momenti di reattività della stessa, non essendo elemento costitutivo della fattispecie incriminatrice la riduzione della vittima a stabile succube dell'agente ovvero una totale soggezione della persona offesa.

Diritto penale della famiglia – Maltrattamenti in famiglia – Condotte violente – Configurabilità del reato; Rif. Leg. Art. 572 c.p.

editor: Ferrandi Francesca