Paolo Cendon. Ombre in cerca di ascolto, di Giuseppe Piccardo

Il volume “Ombre in cerca di ascolto”, nuova opera editoriale del Prof. Paolo Cendon, nel ventennio della legge sull’amministrazione di sostegno (legge 6/2004), raccoglie 28 storie, in parte realmente accadute, in parte di fantasia, ma tutte comunque legate a situazioni reali della vita, che hanno come comune denominatore la fragilità, vista e vissuta sotto diversi punti di vista.
Le storie di questo libro sono narrate dall’autore con un caratteristico stile giornalistico e narrativo, a tratti quasi cinematografico, per dare maggiore risalto ai protagonisti, alle “ombre”, tali in quanto alla ricerca di una identità e, soprattutto, di una visibilità che spesso viene loro negata, in quanto fragili e con necessità e bisogni diversi da quelli della maggioranza delle persone. Ma non per questo meno importanti.
Le storie sono ambientate in diverse città italiane: Trieste, Venezia, la Lombardia e come scrive l’autore stesso nell’introduzione del libro, il filo conduttore sono sì, le ombre, ma anche le luci e le mezze luci che accompagnano una persona in difficoltà durante il suo percorso di vita, spesso contrassegnato dall’emarginazione e dalla discriminazione, non solo per ciò che si fa, ma anche per ciò che si è.
Nel libro si ritrovano, ancora una volta, i temi cari al prof. Cendon, vere e proprie battaglie civili: la follia, la barbarie della violenza sessuale, le inquietudini giovanili, il diritto all’affettività per i disabili, i rapporti tra genitori e figli, l’empowerment delle persone fragili, attraverso il diritto, ma non solo, perché le norme giuridiche, spesso, non riescono a superare barriere, che solo l’empatia e la sensibilità umana possono valicare.
Peraltro, la realtà quotidiana e la cronaca ci mettono di fronte ad una sempre maggiore fragilità umana, che spesso si trasforma in situazioni che travalicano non solo l’illegalità, ma anche la nostra immaginazione, trasformando il disagio personale e sociale, la solitudine e la frustrazione in fatti molto gravi, spesso di rilievo penale, sempre di rilievo sociale.
In questa prospettiva, il danno esistenziale, l’istituto dell’amministrazione di sostegno, l’abolizione dell’interdizione e dell’inabilitazione, sono strumenti importanti ed efficaci, ma solo se considerati in ottica multidisciplinare, in sinergia con visioni e strumenti nuovi, quali il patto di rifioritura, la possibilità di compiere liberamente atti di vita quotidiana, la piena affettività, il diritto all’ascolto e la possibilità di poter contare su una rete di servizi di assistenza e di supporto, soprattutto quando i genitori non ci saranno più.
La giurisprudenza, in molti casi, si pone nella prospettiva sopra delineata, mediante interpretazioni evolutive del codice civile, redatto in un periodo storico molto diverso da quello odierno, per una società legata a valori differenti da quelli attuali e con una visione della disabilità come un fenomeno da celare, in quanto disonorevole e foriero di problematiche e di frustrate aspettative familiari, soprattutto in ottica patrimoniale degli altri componenti della famiglia.
A tal proposito, oltre alle numerose pronunce delle Corti superiori e di quelle di merito e dei giudici di merito in materia di amministrazione di sostegno, di fine vita, di identità personale e, più in generale, di diritti, pare opportuno rammentare l’evoluzione esegetica relativa all’articolo 2048 c.c., in materia di responsabilità genitoriale e utilizzo dei social media da parte di minori; per non citare la questione dell’identità digitale dei minori e dell’utilizzo della rete da parte di minorenni.
L’interpretazione rigida del concetto di responsabilità dei genitori, quali educatori dei figli minori, ha lasciato spazio ad una diversa lettura, che fonda il suddetto dovere educativo su una responsabilità sociale, prima ancora che giuridica, e non su un principio di autorità o di mero risarcimento del danno patrimoniale o non patrimoniale, procurato a terzi dal minore.
È utile rammentare, in questa sede, che molti minori hanno perso la vita a causa di bullismo, cyberbullismo e violenza psicologica, prima tra tutte la fragile Valentina Picchio, vittima di scambio di fotografie erotiche realizzate artificiosamente da un gruppo di minorenni e diffuse mediante messaggistica telefonica e morta suicida per la vergogna nel 2013, dopo aver lasciato un ultimo messaggio: “Le parole fanno più male delle botte. Ciò che è accaduto a me non deve più succedere a nessuno”.
Per tutte le riflessioni sopra svolte ritengo, a livello personale, che “Ombre in cerca di ascolto” non possa essere letto semplicemente ed esclusivamente con la lente del giurista, che non sempre può cogliere le implicazioni umane e psicologiche alle quali l’autore ci stimola, non ultima quelle della visione della fragilità come punto di forza, non di debolezza.
Peraltro, lo stile di scrittura del libro, ne consente una agevole lettura non solo agli operatori della giustizia, ma a un pubblico molto più vasto e a tutti coloro che intendono riflettere sull’emarginazione, sulla disabilità e sull’assenza, spesso, di sostegno concreto alla fragilità, in modo non convenzionale e senza pregiudizi, anche nell’ottica di empowerment di chi vive un disagio fisico o psichico e che vorrebbe potersi esprimere come persone inserite nel contesto sociale.
Le tematiche giuridiche e umane che il libro lambisce, delle quali si è dato conto, sommariamente, non possono essere scisse dallo scorrere della vita; questo libro, come precisato, non è solo materia per giuristi, ma contiene storie che riguardano tutti noi, in quanto esseri appartenenti al genere umano e potenziali “ultimi”, in modo del tutto inaspettato e senza averne, in molti casi, la consapevolezza.
Ancora una volta, va rimarcato che la mente libera e indipendente dell’autore del volume non può che essere considerata una fonte di arricchimento significativa. Così come la lettura di questo libro, che potrà aprire nuovi orizzonti di riflessione giuridica e sociale, su mondi e persone meno “importanti”, nell’accezione che di solito diamo a questo termine, ma non per questo meno degne di attenzione e considerazione. Senza dimenticare che, come nella migliore letteratura, sono i fantasmi, le ombre che, interrogano con maggior forza e determinazione le coscienze di chi le incontra.
Giuseppe Piccardo.
editor: Fossati Cesare
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