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Principi di sinteticità e chiarezza nel ricorso per cassazione e mantenimento di figli maggiorenni di genitori divorziati - Cass. Civ., Sez. I, ord. 19 luglio 2024 n. 19955

Cass. Civ., Sez. I, ordinanza, 19 luglio 2024 n. 19955 – Pres. Genovese, Cons. Rel. Reggiani per visualizzare l'allegato è necessario autenticarsi

In tema di ricorso per cassazione, l'inammissibilità della censura per sovrapposizione di motivi di impugnazione eterogenei, facenti riferimento alle diverse ipotesi contemplate dall'art. 360, primo comma, numeri 3 e 5, c.p.c., può essere superata se la formulazione del motivo permette di cogliere con chiarezza le doglianze prospettate, di fatto scindibili, onde consentirne l'esame separato, esattamente negli stessi termini in cui lo si sarebbe potuto fare se esse fossero state articolate in motivi diversi, singolarmente numerati.
In tema di mantenimento del figlio maggiorenne privo di indipendenza economica, l'onere della prova delle condizioni che fondano il diritto al mantenimento è a carico del richiedente, vertendo esso sulla circostanza di avere il figlio curato, con ogni possibile impegno, la propria preparazione professionale o tecnica e di essersi, con pari impegno, attivato nella ricerca di un lavoro: di conseguenza, se il figlio è neomaggiorenne e prosegua nell'ordinario percorso di studi superiori o universitari o di specializzazione, già questa circostanza è idonea a fondare il suo diritto al mantenimento; viceversa, per il "figlio adulto", in ragione del principio dell'autoresponsabilità, sarà particolarmente rigorosa la prova a suo carico delle circostanze, oggettive ed esterne, che rendano giustificato il mancato conseguimento di una autonoma collocazione lavorativa.

Figli maggiorenni di genitori divorziati - Mancato reperimento di una occupazione lavorativa stabile - Attesa ulteriore di un'occupazione consona alle proprie aspettative - Esclusione - Obbligo di contribuzione al mantenimento da parte del genitore – Esclusione – Ricorso per Cassazione – Motivi di ricorso - Principi di sinteticità e chiarezza - Rif. Leg. artt. 2, 3 29 Cost.; artt. 143, 147, 148, 315-bis, 316-bis, 337-bis, 337-septies e 2697 cod. civ.; artt. 115, 116 e 137 cod. proc. civ.; art. 5 della Legge 1 dicembre 1970 n. 898.

editor: Cianciolo Valeria