Le dichiarazioni della persona offesa sono rappresentative dello stato di vessazione cui soggiaceva. Tribunale pen. Bari 22 febbraio 2024
Le dichiarazioni della persona offesa possono da sole, senza la necessità di riscontri estrinseci, essere poste a fondamento dell'affermazione di responsabilità penale dell'imputato, previa verifica, corredata da idonea motivazione, della credibilità soggettiva del dichiarante e dell'attendibilità intrinseca del suo racconto, che peraltro deve, in tal caso, essere più penetrante e rigorosa rispetto a quella cui vengono sottoposte le dichiarazioni di qualsiasi testimone.
Nell'alveo delle condotte di maltrattamenti nei confronti del convivente possono essere compresi tutti quegli atteggiamenti dell'agente che, per frequenza e sistematicità, pur se meno appariscenti e tipici rispetto agli insulti, alle minacce e alle percosse, siano tesi a porre la vittima in una condizione di vita avvilente, in uno stato di soggiogazione, che non coincide con la conduzione di una esistenza normale per la persona che li subisce.
Rif. Leg. Artt. 572 c.p.
Reato di maltrattamenti in famiglia – abitualità – vessazioni
editor: Fossati Cesare
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