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E' stalking anche se la vittima sblocca il numero whattsapp del suo persecutore - Cass. Pen., Sez. V, sent. 2 dicembre 2021 n. 44628

Giovedì, 2 Dicembre 2021
Giurisprudenza | Maltrattamenti e stalking | Legittimità
Cass. Pen., Sez. V, sent. 2 dicembre 2021 n. 44628  - Pres. Settembre, Cons. Rel. Morosini per visualizzare l'allegato è necessario autenticarsi

Le dichiarazioni della persona offesa, le quali possono essere legittimamente poste da sole a fondamento dell'affermazione di penale responsabilità dell'imputato, previa verifica, corredata da idonea motivazione, della credibilità soggettiva del dichiarante e dell'attendibilità intrinseca del suo racconto, che peraltro deve in tal caso essere più penetrante e rigoroso rispetto a quello cui vengono sottoposte le dichiarazioni di qualsiasi testimone.
Nel reato di atti persecutori, il temporaneo ed episodico riavvicinamento della vittima al suo persecutore non interrompe l'abitualità del reato, né inficia la continuità delle condotte, quando sussista l'oggettiva e complessiva idoneità delle stesse a generare nella vittima un progressivo accumulo di disagio che degenera in uno stato di prostrazione psicologica in una delle forme descritte dall'art. 612-bis cod. pen.



Delitti contro la liberta' individuale - Atti persecutori - Rif. Leg. art. 612-bis cod. pen.

autore: Cianciolo Valeria