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Domanda di affidamento del figlio in rapporto more uxorio.

L’art. 31 della Convenzione di Istanbul del 2011 prevede che le decisioni del Tribunale in ordine ai diritti di visita e custodia dei figli debbano prendere in considerazione gli episodi di violenza familiare.

La gravità degli episodi delittuosi e la circostanza che il padre non abbia avuto alcun freno inibitorio, nonostante la nomina del tutore provvisorio, sono tutti elementi che inducono a una prognosi negativa sulle sue competenze genitoriali e, per evidenti ragioni di cautela, a confermare le modalità protette di incontro tramite l’intervento del Servizio sociale, al quale è demandato di accertare se la prosecuzione degli incontri possa pregiudicare la serenità psichica del minore.

Il padre non ha saputo approfittare dei colloqui avuti presso il Consultorio per elaborare la separazione psicologica dalla ricorrente, ha mostrato in più occasioni con la tutrice e in udienza di non comprendere l’oggettiva gravità della sua condotta e, soprattutto, non ha sviluppato una genitorialità piena, la sua attenzione verso la bambina è sempre stata volta anche alla ricerca di motivi pretestuosi di contestazione verso la madre, ha rifiutato l’offerta di un percorso terapeutico.

Confermati pertanto: l’affido super esclusivo della bambina alla madre, le modalità protette di incontro, il divieto di contatti, con qualsiasi mezzo, tra il padre e la bambina al di fuori degli incontri protetti.

Rif. Leg.: art. 337-bis c.c.

* Si ringrazia l'avv. Piero Riello del Foro di Caserta per la gentile segnalazione del provvedimento

editor: Fossati Cesare