
Sussiste violenza sessuale se il consenso della vittima è viziato da costrizione o intimidazioni - Cass. Pen., Sez. III, sent. 5 marzo 2021 n. 9082
venerdì, 5 marzo 2021
Giurisprudenza | Violenza | Diritto penale della famiglia | Legittimità
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In tema di violenza sessuale, il mancato dissenso ai rapporti sessuali con il proprio coniuge, in costanza di convivenza, non ha valore scriminante quando sia provato che la parte offesa abbia subito tali rapporti per le violenze e le minacce ripetutamente poste in essere nei suoi confronti, con conseguente compressione della sua capacità di reazione per timore di conseguenze ancor più pregiudizievoli, dovendo, in tal caso, essere ritenuta sussistente la piena consapevolezza dell'autore delle violenze del rifiuto, seppur implicito, ai congiungimenti carnali. Non basta, a escludere il reato, la circostanza che la donna non si opponga palesemente ai rapporti sessuali, laddove risulti la prova che l'agente abbia avuto la consapevolezza di un rifiuto implicito da parte del coniuge al loro compimento. Maltrattamenti – violenza sessuale – convivenza more uxorio – Rif. Leg. art. 609-bis c.p.
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