inserisci una o più parole da cercare nel sito
ricerca avanzata - azzera

La costrizione della moglie a sopportare la presenza di una concubina integra reato ex art 570 bis c.p. Cass. pen. Sez. VI, Sent. 6 agosto 2019, n. 35677 – Pres. Petitti, Rel. Vigna

Cass. pen. Sez. VI, Sent. 6 agosto 2019, n. 35677 – Pres. Petitti, Rel. Vigna per visualizzare l'allegato è necessario autenticarsi

Il delitto di maltrattamenti in famiglia di cui all'art. 572 c.p. non è integrato soltanto dalle percosse, lesioni, ingiurie, minacce, privazioni e umiliazioni imposte alla vittima, ma anche dagli atti di disprezzo e di offesa alla sua dignità, che si risolvano in vere e proprie sofferenze morali, quali ad esempio, la costrizione della moglie a sopportare la presenza di una concubina.

Esso è configurabile anche in danno di persona non convivente o non più convivente con l'agente, quando quest'ultimo e la vittima siano legati da vincoli nascenti dal coniugio o dalla affiliazione.

La separazione legale e a maggior ragione la separazione di fatto lasciano integri i doveri di reciproco rispetto, di assistenza morale e materiale nonché di collaborazione, tanto che la separazione non esclude il reato di maltrattamenti, quando l'attività persecutoria incida su quei vincoli che, rimasti intatti a seguito del provvedimento giudiziario o della separazione di fatto, pongono, la parte offesa in posizione psicologica subordinata o comunque dipendente

autore: Zadnik Francesca