L'annullamento del testamento esige la prova dell'incapacità di autodeterminarsi. Cass. 14 maggio 2019 n° 11358
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In questa vicenda, che vede ad oggetto il testamento di una persona poi interdetta, viene in rilievo la nozione di capacità di testare. Come spesso accade, la questione è essenzialmente fattuale e nella fattispecie l'argamento che aveva condotto poi concludere per la non annullabilità del testamento era stata una perizia redatta quattro mesi dopo l'atto impugnato: a giudizio della Cassazione tale apprezzamento di fatto era insidacabile e scevro da vizi logici. La Suprema Corte afferma poi il principio che l'annullamento del testamento per incapacità naturale del testatore postula l'esistenza, non di una semplice anomalia o alterazione delle facoltà psichiche ed intellettive del de cuius, ma la dimostrazione che, a cagione di una infermità transitoria o permanente, ovvero di altra causa, il soggetto sia stato privo in modo assoluto, al momento della redazione dell'atto di ultima volontà, della coscienza dei propri atti ovvero della capacità di autodeterminarsi.
autore: Fossati Cesare
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