La lettura della posta elettronica del partner costituisce reato anche se si usufruisce delle password pre impostate.
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Anche se l'imputata, in sede di esame, ha spiegato che ella era riuscita ad entrare nella casella di posta elettronica del marito sfruttando i precedenti accessi effettuati dallo stesso marito tramite il suo computer sul quale era stato istallato un programma che consentiva di memorizzare le password già digitate, e che, presso l'abitazione coniugale, il marito aveva utilizzato il suo computer e, facendo accesso alla propria casella di posta elettronica, aveva consentito al sistema di memorizzare la relativa password, il che aveva poi reso possibile anche a lei di accedere alla predetta casella postale, pur senza conoscere la password, la Corte ritiene la stessa responsabile della condotta penale ex art. 616 c.p.
autore: Zadnik Francesca
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