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Genitori e figli tra affetti e conflitti: siamo tristi se litigate, potete smettere

autore: R. Turino

Sommario: 1. Le criticità per i figli: le separazioni conflittuali. - 2. La voce dei figli. - 3. Il ruolo degli insegnanti e l’importanza dei gruppi di parola. - 4. L’indispensabile specializzazione. - 5. La Carta dei Diritti dei Figli nella Separazione dei Genitori



1. Le criticità per i figli: le separazioni conflittuali



La funzione di Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza in Piemonte ha trovato avvio nell’ottobre del 2016 quando la Regione ha dato esecuzione alla sua legge – l.r. 31/09 (“Istituzione del Garante Regionale per l’infanzia e l’adolescenza”) – per assumere e dare vita a questo ruolo delicato ed impegnativo. Fin dai primi momenti successivi al mio incarico, svolto per un triennio, è emerso con evidenza che i problemi più diffusi che investono oggi l’infanzia e l’adolescenza, sono legati all’alto livello di conflittualità delle coppie che si separano, dato confermato anche dall’elevato numero – pari al 39% – delle segnalazioni complessivamente pervenute all’Ufficio del Garante nel corso del suddetto triennio che si classificano per l’asserita difficoltà da parte dei segnalanti, genitori o loro rappresentanti, ad esercitare la responsabilità genitoriale. La complessità, la mutevolezza e la fragilità che contraddistingue le famiglie di oggi, ci impone di individuare nuovi modi e strumenti per la cura dei legami familiari, in particolare, in un contesto di conflittualità la cui intensità può rivelarsi destabilizzante. Si tratta di difficoltà che evidenziano separazioni frequentemente irrisolte, che non hanno trovato possibilità di mediazione. Questi conflitti oscurano i desideri e i sentimenti dei figli e prospettano problematiche multiple, chiamando in causa i servizi sociali, quelli sanitari, le istituzioni scolastiche, il ruolo dell’avvocatura, ma anche le disposizioni dell’Autorità Giudiziaria competente. Gli operatori, dell’Ufficio di servizio sociale, appositamente istituito1 presso la VII sezione Famiglia del Tribunale Ordinario del capoluogo Piemontese, confermano che il numero di separazioni e divorzi è in sensibile e in progressivo aumento; le coppie si separano sempre più precocemente con meno anni di convivenza e con figli sempre più piccoli, con livelli di conflittualità fortemente accesa che si protrae nel tempo, ricadendo sui figli che si trovano ad affrontare rotture di legami e una successione di stili di famiglie differenti. Di questi figli, che dovrebbero essere al centro dell’attenzione nella separazione, si parla troppo poco e dei loro bisogni non sembra esserci sufficiente consapevolezza, e ciò soprattutto da parte dei loro genitori presi come sono a rivendicare i loro diritti reali o presunti che siano2.



2. La voce dei figli



Chi si occupa di bambini sia che si tratti di insegnanti, educatori, assistenti sociali, magistrati, avvocati, psicologi o pediatri sa quanto sia frequente la situazione di coloro che vivono l’esperienza della separazione dei genitori. Secondo una stima approssimativa di oltre un centinaio di insegnanti, che hanno partecipato ai corsi di formazione da noi organizzati, ci dicono che all’avvio del ciclo primario sono circa il 15/20%, ma arrivano anche al 60% nelle secondarie di primo grado. Bambini e ragazzi che vivono con papà, mamma, i compagni dei genitori e i loro figli, a volte arrivano nuovi fratelli o sorelle, divisi tra due case e tra due famiglie. Sono tante le novità con cui devono fare i conti: il passaggio da una casa all’altra, talvolta un trasloco o un cambio scuola. Loro malgrado devono adattarsi alla separazione, e quasi sempre anche ad una nuova realtà o a più realtà differenti. In tutto questo succedersi di cambiamenti, mentre gli adulti si confrontano, trovano sostegno in parenti, amici, colleghi o attraverso l’azione di professionisti, i bambini non hanno la possibilità di esprimersi. Questo troppo frequentemente non accade per loro, o è molto più complicato, spesso non osano, non sanno dove o con chi poterne parlare per dire quello che stanno provando e semplicemente soffrono e stanno male. Nelle separazioni anche di coppie non sposate, come nei divorzi, le decisioni sono assunte dagli adulti che in linea di massima desiderano con diversi livelli di intensità, mutare vita in fretta, trascurando troppo spesso o non considerando a sufficienza che la riorganizzazione delle relazioni dei figli con ciascuno dei due genitori richiede tempo e porta con sé incertezza, angoscia, paura, sofferenza e a volte anche rabbia. Troppo spesso ai bambini e ai ragazzi non viene data la parola, non sono ascoltati non si riconosce loro la grande sofferenza a cui sono sottoposti. Avrebbero bisogno di stabilità, di certezze, di continuità e invece si propone loro di vivere sospesi in un tempo a metà e nell’interesse degli adulti che, pur volendo o dovendo rinunciare alla vita in comune rivendicano, troppo spesso, un tempo da condividere analogo a quello della famiglia unita. Desiderio impossibile da realizzare e le dispute per i tentativi in tal senso sortiscono prezzi altissimi per i figli. È quanto mai importante, allora, per i bambini e anche per i ragazzi nei momenti di rottura e trasformazione delle relazioni familiari, trovare figure adulte che sappiano essere attente e rispettose, accoglienti ed equidistanti dai configgenti senza farsi trascinare nelle logiche della disputa3.



3. Il ruolo degli insegnanti e l’importanza dei gruppi di parola



Chi più degli insegnanti tra le figure adulte, sono significative per il benessere dei bambini che attraversano l’esperienza della separazione dei propri genitori, e rivestono un ruolo di primo piano? Gli insegnanti della scuola primaria e secondaria di primo grado, spesso rappresentano le sole figure di riferimento stabili e diventano pertanto straordinariamente importanti per quei bambini che hanno perso o stanno perdendo – a causa della separazione dei genitori – i loro punti di riferimento. Ma gli insegnanti, devono essere preparati all’approccio con bambini o ragazzi in sofferenza per la separazione dei loro genitori e anche alla relazione con gli stessi genitori; si tratta infatti di un tema molto impegnativo, e a tratti doloroso, a cui però non possono sottrarsi. Un’iniziativa formativa realizzata con la collaborazione di Città metropolitana Torino e CESEDI (Centro Servizi Didattici di Città Metropolitana) ha riscosso un grande interesse a riprova di quanto gli insegnanti siano coinvolti nella complessità di queste vicende4 . Così anche i gruppi di parola, che in Piemonte sono nati nel 2010 per accogliere bisogni sempre più complessi ed articolati e per sostenere la complessità delle famiglie che vivono l’esperienza della separazione, con l’obiettivo di ristrutturare le relazioni del nucleo familiare diviso, permettendo ai figli di esprimersi su quello che accade nella propria famiglia attraverso il confronto con un gruppo di pari che sta vivendo un’esperienza analoga. Oggi in Piemonte, sono una realtà consolidata5 che si inserisce nel delicato lavoro di gestione delle conflittualità nelle separazioni dei genitori, nella scia di un più vasto programma di interventi, che includono la mediazione familiare e la proposta innovativa dei laboratori di comunicazione per genitori separati. Si tratta di una recente sperimentazione volta ad attrezzare professionalmente gli operatori dei Centri per le famiglie della regione e dotarli di un nuovo strumento operativo attraverso uno specifico percorso di formazione sostenuto finanziariamente da Città metropolitana che l’ha organizzato in collaborazione con l’agenzia formativa per le professioni sociali del Comune di Torino (SFEP). In particolare, i gruppi di parola, non sono ancora sufficientemente sfruttati. Infatti purtroppo non infrequentemente i genitori, tra loro fortemente conflittuali, non riescono ad accettare nemmeno queste proposte, negando nei fatti un valido aiuto per i loro figli. Per questa ragione si potrebbe proporne l’attivazione in ambito scolastico – che attraverso la nota del MIUR n. 5336 del 2 settembre 2015, tenta di applicare pienamente la legge n. 54/2006 – con il contributo dei Centri per le Famiglie6 che si stanno sviluppando nei territori.



4. L’indispensabile specializzazione



È sicuramente fondamentale il ruolo dei professionisti legali. In Piemonte non tutte le realtà sono privilegiate come quella del Tribunale Ordinario del capoluogo dove esiste una sezione dedicata al diritto di famiglia e dove nel 2018 è stato ufficialmente inaugurato uno Sportello informativo per genitori e figli/e che vivono la separazione (c.d. Sportello mediazione) istituito con Protocollo d’intesa tra Città metropolitana e Tribunale Ordinario di Torino, fortemente sostenuto dalla scrivente in qualità di allora Garante regionale per l’Infanzia e l’Adolescenza. Uno sportello che il Presidente ha deciso di collocare dentro il Tribunale all’interno dell’Ufficio Relazioni con il Pubblico - Sportello del cittadino, con obiettivi prettamente informativi e limitati ad un primo orientamento. Si tratta di una opportunità ad accesso volontario libero e gratuito per i genitori in coppia o singoli – gestito da una mediatrice esperta – la dottoressa Laura Gaiotti, dipendente di Città Metropolitana. Lo Sportello oltre a fornire informazioni tempestive sulla possibilità di intraprendere percorsi per la gestione pacifica delle controversie separative7 , propone un orientamento sui vantaggi e i limiti dei percorsi rivolti ai genitori con lo scopo di sensibilizzare sulla realtà e gli effetti della separazione dal punto di vista dei bambini degli adulti, sull’importanza di costruire una buona comunicazione per dare piena attuazione al diritto dei figli di mantenere “un rapporto equilibrato e continuativo con entrambi i genitori”, alleggerire il peso della separazione, ridurre le conseguenze negative e favorire la comunicazione nella famiglia divisa. Come è noto però in gran parte dei tribunali le cause di separazione sono trattate da magistrati che si occupano di moltissime altre questioni di natura civile e che non sono sorretti da una formazione specialistica non solo giuridica ma anche sullo sviluppo evolutivo dell’infanzia e dell’adolescenza8 . Non è una materia facile neppure per gli avvocati più esperti e consapevoli che si occupano solo di diritto di famiglia. Per questo, l’auspicata specializzazione forense in “diritto della persona, delle relazioni famigliari e dei minorenni”, prevista recentemente non potrà che produrre ricadute positive per l’attenzione multidisciplinare che verrà riservata a queste tematiche Ci sono, già oggi, specialisti in diritto di famiglia che sanno muoversi in una materia così delicata con grande sensibilità riuscendo, senza rinunciare al compito di assistere il cliente, a declinarlo con l’interesse dei bambini mettendolo sempre rigorosamente in primo piano. Purtroppo, l’indispensabile competenza, conoscenza e sensibilità non sempre sono presenti in tutti gli avvocati che trattano queste cause, con la conseguenza di adottare uno stile difensivo affatto consono ai problemi trattati, finendo per dare forma giuridica ad intenti irragionevoli e a rivalse irrazionali e distruttive. Guerre guerreggiate in cui i bambini, chiunque sia il vincitore, ne escono annientati. Bisogna che gli avvocati che trattano cause di famiglia o minorili siano specializzati. È fondamentale il lavoro iniziale di informazione al cliente, quando si prospettano i diversi scenari possibili con i vantaggi e i rischi delle diverse opzioni; qui emerge l’importanza dell’avvocato che sa riconoscere una richiesta di separazione da maturare, proponendo percorsi di consulenza per il singolo o la coppia, o invitando il cliente a consultare un professionista che aiuti a decantare o chiarire gli aspetti affettivi ed emotivi più incandescenti della vicenda e/o possa aiutare i figli, o ancora che lavora per un tentativo di mediazione familiare, per la negoziazione assistita, che è in grado di dare informazioni utili ai propri assistiti informandoli, perché li conosce, sui supporti alla transizione separativa per i genitori o i gruppi di parola per i figli.



5. La Carta dei Diritti dei Figli nella Separazione dei Genitori

La stessa Autorità garante nazionale per l’infanzia e l’adolescenza, ha posto grande attenzione ai bambini e ai ragazzi che hanno vissuto o vivono l’esperienza della separazione, e lo ha fatto coinvolgendo la “Consulta dei Ragazzi”, organo consultivo dell’Autorità garante, composto da ragazzi dai 13 ai 17 anni. Questi, lavorando con il sostegno di esperti hanno evidenziato che:

– i genitori dovrebbero trovare un accordo che tenga conto delle esigenze dei figli e che consenta loro di stare con entrambi in modo adeguato;

– desidererebbero una legislazione che consenta di valutare ogni singola situazione, considerando che ogni famiglia ha un proprio assetto, con abitudini ed equilibri propri che la legge non può standardizzare;

– si aspetterebbero di essere sentiti dal giudice a porte chiuse senza mai essere interrogati su chi preferiscano, che dovrebbe far raccontare ai genitori le loro abitudini prima della separazione, cogliendo nelle parole e nei comportamenti i segnali che possano aiutarlo a prendere la decisione migliore. Nasce così la Carta dei Diritti dei Figli nella Separazione dei Genitori. Sono dieci regole, scritte con il contributo dei ragazzi per dare voce ai figli in un momento di particolare difficoltà9 . Queste regole dovrebbero essere conosciute e diffuse tra tutti coloro che approcciano il problema della separazione genitoriale, e soprattutto dagli operatori del diritto che possono svolgere un ruolo importante nel promuovere questo decalogo. Un decalogo che sembra integrare l’antico comandamento, “onora il padre e la madre”, e, in maniera speculare, voler scrivere con inchiostro indelebile quell’“onora i figli” che viene implicitamente declinato in tutti i dieci punti10. Costituisce infatti una traccia per favorire l’attenzione su figli che vivono la separazione, bambini e ragazzi che come tutti gli altri hanno il bisogno ed il diritto di vivere la loro età (regola 2) nel rispetto dei loro tempi (regola 8) e di rimanere sempre al centro degli interessi, innanzitutto dei loro genitori ed anche di chi interagisce con i loro genitori affinché vengano assunte le decisioni migliori. Per questo sarebbe auspicabile che gli avvocati, così come i magistrati che trattano queste tematiche, fossero specializzati: sono infatti, fondamentali per garantire l’attenzione sugli interessi dei figli e per questo occorre che siano preparati per affrontare la complessità dei problemi e anche la grande sofferenza che questi provocano. Chiunque si occupi di separazioni conflittuali sa che non esagero quando penso a scontri che si inaspriscono quando i ricorsi pescano nella vicenda privata, nella vita degli affetti, nelle relazioni più intime per indebolire la posizione e aumentare la propria forza deterrente sull’avversario con la potenza dolorosa del combattimento pubblico. Ma penso anche ad una difesa del cliente che sa non cadere in balia di pulsioni distruttive ed essere capace di non far perdere di vista l’interesse primario dei figli di crescere nell’amore e nel rispetto di entrambi i genitori. Ma tutto questo ancora non basta. Si deve attivare un processo di educazione diffusa a sostegno delle coppie che si separano, perché siano capaci di interpretare correttamente i bisogni, i diritti, gli interessi dei loro figli, distanziandosi dai propri affinché non si gettino in pasto al conflitto le loro responsabilità genitoriali.

E poi una vera e propria campagna di comunicazione educativa multilivello che investa cioè i media, i social, la stampa che tratti con insistenza, equilibrio e competenza l’argomento e che permetta a chi ha il problema di riconoscersi, anche come famiglia allargata, per acquisire la necessaria consapevolezza delle ricadute che comportamenti, atteggiamenti e decisioni producono sui figli delle separazioni che, tranne casi eccezionali, hanno e devono poter esercitare il diritto alla vicinanza di entrambi i genitori ma anche di nonni, zii e cugini. Si tratta, cioè, di diffondere la cultura della buona separazione che permetta di credere nel futuro, di sperare in una nuova fase, in un nuovo percorso di vita dove nuove relazioni e nuovi rapporti possano costituire un punto di forza per il domani dei nostri ragazzi.

NOTE

* Titolo iniziativa organizzata nel 2018 come Garante per l’infanzia e l’adolescenza nell’ambito del XXXI Salone Internazionale del Libro di Torino all’interno dello spazio del Consiglio regionale del Piemonte. Programma visionabile al seguente link http://www.cr.piemonte.it/dwd/organismi/garante_infanzia_adolescenza/2018/locandina_salone_libro_2018.pdf.

1 Sull’esperienza ormai ventennale in atto al Tribunale di Torino, che prevede la collaborazione stabile di due assistenti sociali (rispettivamente della Città metropolitana e del Comune di Torino), vedasi M. MalaGOli tOGliatti, a. luBraNO laVadera, Bambini in tribunal. L’ascolto dei figli contesi, Milano, 2011.

2 s. VeGetti fiNzi, Quando i genitori si dividono. Le emozioni dei figli, Milano, 2005.

3 Sull’importanza dell’implementazione della bigenitorialità nella vita scolastica e sul diritto del genitore co affidatorio o non affidatario ad essere informato sulla vita scolastica del figlio, vedasi il capitolo III della tesi di Laurea di f. periNO, relatrice prof.ssa J. lONG, visionabile on-line digitando il titolo Il diritto del minore alla bigenitorialità: un tentativo di bilancio a tredici anni dalla legge sull’affido condiviso.

4 Per approfondire questa iniziativa: http://www.cittametropolitana.torino.it/ cms/politiche-sociali/minori-famiglie-separazione/mediazione-consulenza-famigliare/ documentazione-mediazione-e-consulenza-familiare.

5 Sull’esperienza piemontese dei gruppi di sostegno e scambio tra pari, vedasi i seguenti articoli: l. GaiOtti, Le parole dei figli di coppie divise. I gruppi di parola come esperienza sinergica alla mediazione familiare, in Minori e Giustizia, 2012, 4, 422-430, l. GaiOtti, Gruppi di ascolto e di parola per figli di coppie divise: quando “la risposta soffia nel vento”, in Minori e Giustizia, 2017, 2, 80-88.

6 Servizi istituiti dalla Regione per sostenere e affiancare le famiglie nel loro ruolo educativo sociale e di cura, in tutti i passaggi evolutivi del ciclo di vita sostenendo in particolare la genitorialità a fronte di eventi critici.

7 Informazioni sullo Sportello mediazione presso l’URP-Sportello del Cittadino del Tribunale di Torino sono reperibili al seguente link: http://www. cittametropolitana.torino.it/cms/politiche-sociali/minori-famiglie-separazione/ mediazione-consulenza-famigliare

8 Sempre attuali le considerazioni di i. BerNardiNi, Finché vita non ci separi, Milano, 1995, 87.

9 http://www.cittametropolitana.torino.it/cms/politiche-sociali/minori-famiglie-separazione/news-minori-famiglie-sep: “Nell’anno scolastico 2018-19, la Garante regionale per l’Infanzia e l’Adolescenza dr.ssa Rita Turino ha presentato la Carta dei diritti nella separazione dei genitori.(pdf 608 KB). Il documento è stato condiviso nell’ambito del percorso formativo ‘Alunni e genitori che vivono la separazione: uno spazio di parola nella scuola’, rivolto a insegnanti delle scuole primarie e secondarie di primo grado, promosso insieme all’Ufficio Mediazione della Città metropolitana di Torino e CESEDI”.

10 l. GaiOtti, e. MONtiCONe, I bambini non hanno pensieri piccoli come voi pensate. La carta dei diritti dei figli nella separazione dei genitori, in Minori e Giustizia, 2018, 3, 211-212.