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Risultati del Gruppo di lavoro di ONDiF tenutosi il 20 luglio 2018, sul tema dell’affidamento

autore: S. Manildo

Alla riunione del 20 luglio è stato possibile avere un primo scambio di riflessioni sulle modalità di applicazione della legge 54 del 2006 e sulla necessità o meno di una riforma ed eventualmente quale. Indubbio è che la ratio della legge non sia stata rispettata e che molti giudici continuino a dare un’immotivata prevalenza alle madri, spesso ingiustificata. Sul punto le opinioni non sono state convergenti: vi è chi sostiene che i figli debbano avere un’abitazione prevalente, che da loro stabilità e chi (come la sottoscritta) sostiene che la stabilità viene assicurata dalla qualità della relazione, dalla possibilità di beneficiare della presenza e delle cure quotidiane di entrambi i genitori. Sono sempre di più i padri che vogliono fare i padri, che si ritagliano tempi per poter stare con i figli, per seguirli, per crescerli, magari assestando il sistema di deleghe che potevano (ma non è sempre così!) aver dato alla madre nel corso della convivenza. Il prof. Giovanni Camerini, neuro psichiatra infantile, autore di numerosi scritti sull’argomento, presente nel Gruppo, ha riportato la testimonianza di molti gli studi che hanno verificato il maggior benessere dei figli, anche piccoli, gestiti da entrambi i genitori, non necessariamente in modo perfettamente equivalente, ma comunque in un range – non meno di 1/3 del tempo con il genitore non collocatario, non più di 2/3 con quest’ultimo. Il rischio di perdita di un genitore continua ad essere elevato e così pure le gravi conseguenze sopportate dai figli privati da un genitore. Sono stati poi individuati dei fattori ostativi all’affidamento paritetico, quali la conflittualità, le condizioni economiche limitate, la condizione femminile, il pericolo di strumentalizzazione.

Il nostro Presidente, Prof. Cecchella ha espresso il timore che i progetti di legge sul punto, impongano una rigidità incompatibile con la funzione giurisdizionale, timore assolutamente condivisibile, ma ora la rigidità esiste, a contrariis con la maternal preference. Su un punto il Gruppo era d’accordo e cioè sulla necessità che il magistrato motivi il suo provvedimento, sia con riferimento alla gestione dell’affidamento, sia sulle questioni economiche, considerando la specificità di ogni famiglia. Per cercare di arrivare alla redazione di un documento condiviso, in vista del prossimo incontro, è stata richiesta la cortesia di rispondere, in modo sintetico, con consegna i primi di settembre, ai seguenti quesiti:

1) Ritenete che con la legge 54/2006 sia stato effettivamente introdotto il principio di bigenitorialità?

2) Cosa si intende per bigenitorialità?

3) I tempi di frequentazione dei figli che peso hanno nell’esercizio condiviso della responsabilità genitoriale?

4) La tenera età dei figli può essere un ostacolo per un affidamento paritetico?

5) Quando e come deve essere tenuta in considerazione la volontà dei figli?

6) Quali strumenti possono essere utilizzati per accompagnare i genitori nell’esercizio di una condivisione genitoriale (coordinatore genitoriale, facilitatore della comunicazione, mediazione)

7) Nel vostro Tribunale viene disposto un affidamento paritetico su richiesta di un solo genitore?

8) Quali sono i tempi di permanenza maggiormente previsti nel vostro Tribunale per il genitore non collocatario? Ritenete questi provvedimenti adeguati? Il prossimo incontro è fissato il 28 settembre p.v. alle ore 10, a Roma sempre all’hotel Nuova Bethlem.