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La mediazione familiare nei procedimenti di sottrazione internazionale dei minor

autore: G. Barca, M. Ghigliazza

La Convenzione dell’Aja del 1980 sulla sottrazione internazionale dei minori promuove la ricerca di soluzioni amichevoli della controversia. All’art. 7 stabilisce che le Autorità centrali devono “prendere provvedimenti necessari… per assicurare la consegna volontaria del minore, o agevolare una composizione amichevole”, e viene ripetuto nell’art. 10 “l’autorità centrale dello Stato in cui si trova il minore prenderà o farà prendere ogni adeguato provvedimento per assicurare la consegna volontaria”. La settima conferenza europea sul diritto di famiglia tenutasi a Strasburgo il 16 marzo 2009, ha avuto come tema centrale la “Mediazione Familiare Internazionale”1 . Sono state messe a confronto realtà diverse di alcuni Stati d’Europa e del mondo, fissando come obiettivo principale la elaborazione di punti comuni per promuovere nuove forme di risoluzione dei conflitti familiari Durante la conferenza, vi sono stati molti autorevoli interventi, tra i quali, Lisa Parkinson, mediatrice familiare, la quale ha affermato che “la mediazione familiare non è una bacchetta magica, ma può essere efficace, rapida e ed incentrata sugli interessi del bambino”, la Jan Kleijessen, direzione generale dei diritti dell’uomo del Consiglio d’Europa, ha incitato gli Stati a “far conoscere le buone prassi in materia di mediazione familiare, rafforzare ed armonizzare la cooperazione prestando particolare attenzione alla formazione dei mediatori familiari; valutare le possibili sinergie tra le organizzazioni”. Sonia Alles, Cassa dei sussidi familiari del basso Reno, ha evidenziato che “nelle separazioni tra coppie miste, occorrerebbe prevenire il rischio della sottrazione dei minori con la mediazione familiare e che la conduzione della mediazione familiare dovrebbe essere fatta da una donna e da un uomo di diversa nazionalità con competenze giuridiche e psicologiche, per accompagnare i genitori nella loro nuova e singolare condizione di famiglia bi-inazionale separata, valorizzandone responsabilità ed autonomia, e promuovendo la fiducia reciproca, elemento base per consentire la libera circolazione tra loro dei figli minori”. Sullo stesso convicimento, Sibille Kiesewetter, psicologa e mediatrice familiare, ha sostenuto che “i mediatori familiari devono rispecchiare le caratteristiche binazionali dei genitori”. Infine, Jelena Arsic, giurista della ex Jugoslavia, ha affermato che “parecchie sono le difficoltà che la mediazione familiare incontra, ovvero, i mediatori locali non sempre sono consapevoli della necessità di adottare per le coppie multietniche un approccio diverso da quello impiegato per quelle multietniche, a ciò si aggiunge la riluttanza dei giudici a sottomettere i casi di sottrazione dl minore alla mediazione familiare”. Olga A. Khazova, esperta di diritto di famiglia appartenente alla accademia russa delle scienze, “la mediazione presuppone un certo livello dia autonomia, libertà e responsabilità personale, oltre al rispetto di sé e dell’altro, e l’esistenza di una società tollerante, valori che in Russia devono ancora svilupparsi a causa del persistere di forti stereotipi tradizionalipatriarcali nelle famiglie”2 . I vantaggi offerti dalla mediazione familiare internazionale sono stati avvalorati e difesi nell’ultimo incontro governativo del Consiglio dell’Unione europea sul “International family mediation in cases of International child abduction” tenutosi in Bruxelles in data 14 ottobre 2010. Durante i lavori, si è ribadito che la mediazione familiare può rappresentare un efficace metodo per risolvere i conflitti familiari nelle controversie di sottrazione di minori. La mediazione spinge liberamente le parti a trovare delle soluzioni equilibrate nell’interesse dei minori, e, perché volontariamente concordate, destinate a durare più a lungo nel tempo. Per tali motivazioni, si sono invitati gli Stati membri a potenziare la normativa relativa alla sottrazione internazionale dei minori, valorizzando l’intervento della mediazione familiare, facendo progetti e incoraggiando degli specifici training per diventare mediatori familiari, invitando gli Stati a sostenere con fondi progetti in merito alla sensibilizzazione della mediazione familiare internazionale, creando anche un network tra gli Stati per facilitare cooperazione in materia, ed inserendo nelle proprie normative, argomenti relativi alla mediazione familiare. Nella riunione tenuta dal 31 marzo al 2 aprile 2009, il Consiglio per gli affari generali e le politiche della Conferenza dell’Aja di diritto internazionale privato, ha autorizzato, nel contesto del processo di Malta, l’istituzione di un gruppo di lavoro per promuovere la creazione di strutture di mediazione allo scopo di contribuire alla risoluzione delle controversie familiari trasfrontaliere riguardanti l’affidamento dei minori o i contatti con i minori, fra cui i casi di trasferimento unilaterale di un minore in un altro Stato che non ha aderito alla Convenzione dell’Aja del 1980 ed alla Convezione dell’Aja del 1996. La mediazione nel caso delle controversie familiari internazionali ha alla base i criteri della mediazione classica, come il libero consenso delle parti, la neutralità, l’imparzialità e la riservatezza dei mediatori, ma è molto più complessa e richiede ai mediatori criteri addizionali ed aggiuntivi rivolti ad assister la coppia in un contesto trasfrontaliero.

L’interazione tra due sistemi giuridici, culture e lingue diverse rende la mediazione più difficile in tali casi: i mediatori coinvolti devono tener presente che nei casi di sottrazione internazionale di minori, vi sono diversi fattori di rischio. Le parti non sempre comprendono che il trasferimento trasfrontaliero di persone, da esse accettato nell’eventuale accordo, può comportare un cambiamento della loro situazione giuridica: ovvero, il cambiamento della residenza abituale del minore può influire sulla giurisdizione e sulla legge applicabile per quanto riguarda l’affidamento dei figli e quindi sulla valutazione giuridica dei diritti e dei doveri delle parti. Così come la circostanza che gli incontri sono spesso caratterizzati da livelli elevati di tensione tra le parti: il genitore che ha subito la sottrazione, spesso in stato di shock per l’improvvisa perdita, può essere motivato dalla paura di non rivedere più il figlio, mentre il genitore responsabile della sottrazione, quando si rende conto delle conseguenze della sua azione, può avere paura di un eventuale provvedimento giudiziario, di un ritorno forzato e dei possibili effetti negativi sul procedimento relativo all’affidamento. C’è da precisare che devono essere previste tutele e garanzie per evitare che il ricorso alla mediazione comporti uno svantaggio giudiziale o processuale per una delle parti. Ad esempio, il ricorso alla mediazione nei casi in cui esista un problema di violenza domestica deve essere valutato con molta attenzione. È necessaria un’adeguata formazione per poter valutare l’idoneità di un caso per la mediazione. Non bisogna mettere a repentaglio la vita e la sicurezza delle persone. Qualora il ricorso alla mediazione sia opportuno la stessa deve essere condotta da mediatori esperti che hanno ricevuto una formazione specifica per svolgere una mediazione in tali circostanze3 . Un’altra problematica per la mediazione cross border è la distanza geografica tra le parti. La distanza tra le parti ed i costi di viaggio possono influire sull’organizzazione pratica delle sessioni di mediazione. Anche se i mediatori preferiscono una mediazione face to face che faccia comprendere anche attraverso lo studio dei movimenti e le espressioni del viso delle parti le loro emozioni e stati d’animo da utilizzare per una buona riuscita del processo di mediazione, è ovvio che i mezzi di comunicazione moderni come i video collegamenti o la comunicazione tramite internet possono essere utili alla mediazione. Le questioni dei visti e immigrazione rendono la applicazione della mediazione trasfrontaliera ulteriormente complessa. Gli stati dovrebbero adottare misure volte a premettere che anche il genitore responsabile della sottrazione possa ottenere il rilascio rapido dei documenti per poter partecipare agli incontri di mediazione. Se poi sono stati avviati procedimenti penali, la questione dovrebbe essere affrontata nell’ambito della pre-mediazione, così da aiutare le parti ad ottenere tutte le informazioni necessarie sulle normative che disciplinano l’avvio o la conclusione dei procedimenti penali e sullo stato specifico dei medesimi. È pertanto, e solitamente, necessaria una collaborazione tra gli uffici di pre-mediazione (o i mediatori) e le autorità centrali e diplomatiche, i tribunali coinvolti, gli uffici dei pubblici ministeri, e spesso, direttamente i Ministeri di Giustizia.

Per tutti questi motivi, il mediatore familiare internazionale richiede una specializzazione ed una formazione particolare che tenga conto anche delle diversità culturali delle parti e la distanza geografica tra le stesse. “an International family mediator must be competent to address the substance of a case that is International, cross-jurisdictional. Cross cultural and emotional. They must be concerned about the child’s well being, while considering ethical and professional duties and doing so in an online dispute resolution contest”. Ma ci sono anche tantissimi vantaggi che spingono i genitori a scegliere il canale della mediazione: la mediazione è una procedura strutturata ma flessibile, che può essere facilmente adattata alle esigenze di ogni singolo caso. Consente alle parti di affrontare i possibili conflitti futuri in maniera più costruttiva, può essere utile nella fase iniziale del conflitto per non esasperare la situazione e può consentire alle parti di evitare le lungaggini processuali e gli onerosi costi che ne conseguono. Tra l’altro, il procedimento giudiziario crea un elevato grado di stress nei genitori ma anche nei figli. Ovviamente, sul punto, deve considerarsi che la mediazione familiare va considerata integrativa e non sostitutiva delle procedure giuridiche, il cui accesso non può essere limitato alle parti. La mediazione deve tener conto delle normative nazionali ed internazionali pertinenti, in modo da preparare il terreno per la piena efficacia giuridica di un accordo raggiunto tramite mediazione. L’accordo così raggiunto, dovrà necessariamente nascere “all’ombra della legge” sin dall’inizio, dovrà essere compatibile con la normativa applicabile in entrambi i Paesi di riferimento e dovranno esserci procedure precise, in entrambi i Paesi, per conferire valore giuridico all’accordo raggiunto mediante la mediazione. Di qui, la necessaria presenza nella coppia di co-mediatori, di un mediatore giurista. Di qui la regola, altrettanto necessaria, della partecipazione alla mediazione, in varia forma, degli avvocati dei genitori, di entrambi i Paesi. La mediazione familiare internazionale si svolge con un modello di co-mediazione4 realizzato con la collaborazione di due mediatori, possibilmente un uomo ed una donna, fluenti nelle rispettive lingue madri della coppia genitoriale e che devono avere uno una formazione professionale, psicologica o umanistica e l’altro, giuridica. Entrambi i mediatori devono volere ed essere disponibili a condurre la mediazione entro una o due settimane al massimo e devono avere una profonda conoscenza degli aspetti legali della sottrazione e molti anni di esperienza nel settore della mediazione familiare, oltre che comunicare in maniera fluente la lingua madre delle parti coinvolte. La mediazione, grazie alla propria apertura e trasparenza ed il principio della volontarietà delle parti può offrire una grande opportunità ai genitori di risolvere in maniera autonoma la loro conflittualità rispetto a tutte le questioni di gestione della vita dei figli: in merito, a d esempio, su dove vivrà il minore, su chi si prenderà cura del minore, su come deve avvenire il contatto tra il minore ed il genitore non affidatario/non collocatario, su come devono essere regolati i costi del viaggio per permettere la visita del figlio al genitore non affidatario. Gli avvocati, come visto, hanno un ruolo cruciale nella buona riuscita della mediazione: devono incoraggiare le parti alla sua partecipazione e cooperare con i mediatori per la sua buona riuscita. I co-mediatori dovranno riflettere, possibilmente, entrambe le culture dei genitori mediati, la lingua madre di ciascuno o a quella a loro comune; si cerca di scegliere coppie di mediatori che possano, inoltre, rappresentare entrambi i generi ed entrambe le professioni psicologiche e giuridiche. Il mediatore deve poter offrire gli strumenti, in corretto equilibrio, per motivare le parti, provenienti da diverse culture, verso una risoluzione bonaria della controversia. Lo stesso deve avere una profonda conoscenza del concetto di diversità culturale, fondamentale per capire, riconoscere e valutare la identità personale delle parti. La cultura è un concetto ampio che comprende l’insieme delle tradizioni, credenze valori simboli, abitudini e regole che sono condivise da una comunità5 . È importante per il mediatore conoscere come le parti intendono il concetto di responsabilità genitoriale secondo i propri valori, educazione e religione, la propria cultura per stabilire con loro un dialogo costruttivo ed equidistante per il buon successo della mediazione. I co-mediatori devono sembrare ed essere un team: ciò eviterà che uno o l’altro genitore possono formare un’alleanza con un mediatore, avverso l’altro. Quando i mediatori scrivono email o corrispondenza di ogni tipo, per comunicare con le parti, essi formulano e firmano le comunicazioni con entrambi i nomi dei mediatorie, possibilmente, con congiunta intestazione. Se le telefonate vengono fatte da un mediatore solo con un solo genitore, si garantisce la trasparenza scrivendo i minuti e un riassunto delle chiamate che potranno essere inviate anche all’altro genitore, ai legali ed all’altro mediatore. I mediatori, nella fase di pre-mediazione, inviano alle parti un questionario nella loro lingua madre per avere più dati ed informazioni dettagliate relative alle parti che dovrebbero prendere parte alla mediazione. Se i mediatori vivono nella stessa città è più facile incontrarsi prima di procedere alla mediazione, se no predisporranno per telefono il tutto. è importante che i mediatori si dedicano delle ore prima dell’inizio della mediazione per consultarsi e prendere confidenza tra di loro e chiarire come devono coordinarsi per assicurare il successo della mediazione. Ciò è importante quando i due mediatori lavorano per la prima insieme. Solitamente i mediatori hanno diversi approcci e metodologie: ma questo è un vantaggio positivo per la mediazione. L’eventuale accordo raggiunto deve prevedere la partecipazione dei legali delle parti che devono rimanere disponibili per tutto il tempo del procedimento di mediazione. Ciò significa che se la mediazione viene fatta una sera o durante il week end, i mediatori avvertono ed informano i legali che devono essere reperibili anche negli orari non di ufficio e che devono fornire eventuali contatti telefonici, fax ed indirizzi email. È anche preferibile avvertire il genitore che ha subito la sottrazione e che si reca all’estero per la mediazione che potrà essere integrato socialmente. Infatti, spesso questo genitore si sente pregiudicato dal fatto di trovarsi fuori dal suo Paese, si sente insicuro ed ansioso e solo. In questi casi, lo si rassicura invitandolo a contattare durante le pause amici o parenti, o una persona del consolato. C’è bisogno di molta flessibilità, spontaneità ed impegno per prendersi cura anche del genitore che si è dovuto recare all’estero. A volte i mediatori assistono il genitore nel trovare un hotel confortevole o un childcare per la durata della mediazione o provare ad organizzare gli incontri del genitore che ha subito la sottrazione con il figlio, che può approfittare del viaggio per vedere il minore. La mediazione si terrà preferibilmente nel luogo dove si trova il bambino, oppure la città che è più facilmente accessibile o quella dove si trova il Tribunale che sta trattando il procedimento. Solitamente, la mediazione si tiene nel centro di mediazione, se ciò non è possibile si trova un luogo neutrale, solitamente i giudici o i servizi sociali mettono a disposizione degli spazi. La mediazione si svolge n due o tre sessioni prendendo parecchie ore ogni giorno solitamente in due giorni consecutivi, durante un week end. Durante questo tempo, le parti devono avere anche uno spazio per poter paralare con i propri legali, amici e parenti ed avere una notte per riflettere su ciò che si sta discutendo. la mediazione deve tener conto della data dell’udienza in Tribunale e quindi bisogna evitare che vi siano doppi costi di viaggio e che l’eventuale accordo raggiunto deve essere rivisto dagli avvocati prima di presentarlo in tribunale. La prima fase della mediazione è la fase conoscitiva, cioè quando le parti ricevono l’informazione di quello su cui verterà la mediazione che offre alla coppia una nuova opportunità di comunicazione e di scegliere gli argomenti sui quali discutere avendo l’obiettivo di restituire alla coppia il ruolo di genitori responsabili e presenti ed al minore il ruolo di soggetto, parte del procedimento. Si struttura un orario, di solito i mediatori disegnano un diagramma di orario su una lavagna, e danno dei precisi feedback ai genitori durante il processo di mediazione. È importante prevedere dei break. A volte le coppie sono veloci nello stabilire gli argomenti di discussione, ma necessitano di più tempo per chiarire ed elaborare interessi e bisogni. Dopo la fine della prima sessione di mediazione, solitamente i mediatori danno dei compiti ai genitori che devono riflettere sul lavoro svolto. il secondo giorno, sono indispensabili degli incontri individuali di entrambi i mediatori con ciascun genitore che riducono le tensioni e che può essere totalmente benefico per la strutturazione della mediazione. A volte, si cerca anche di comprendere se sia essenziale per una buona riuscita della mediazione coinvolgere altre parti, come ad esempio i nuovi partners. Sul coinvolgimento dei bambini in mediazione viene trattato in maniera differente nei vari stati. Va detto che la mediazione internazionale si svolge in un tempo brevissimo ed è difficile predisporre anche incontri con i minori, che secondo la normativa de l’Aja, possono essere ascoltati durante il procedimento giudiziario di rimpatrio. Alcuni mediatori lo suggeriscono, altri invece lavorano con le foto dei bimbi o con una sedia vuota. Se i genitori sono fermi sulle loro posizioni, a volte, i mediatori focalizzano la loro attenzione sulle paure, desideri e necessità dei piccoli, ha aiutato a scoprire nuovi dolori ed a superare blocchi. L’ultimo incontro della mediazione viene fatto con entrambi i genitori al fine di raggiungere un accordo. L’accordo raggiunto in mediazione deve essere definito in modo realistico e possibile, e tenere in considerazione tutte le relative questioni pratiche, soprattutto quello che concerne l’organizzazione del diritto di visita, il rientro o il non rientro del minore, la nuova residenza del minore la questione delle responsabilità genitoriali ed il loro esercizio, e le questioni finanziarie come le spese dei viaggi tra Paesi, il mantenimento e spese del figlio. L’accordo raggiunto deve avere valore giuridico nelle giurisdizioni interessate e le parti devono avere l’opportunità di consultare i propri legali con i quali valuteranno la situazione giuridica del loro caso. È preferibile che i mediatori, dopo aver redatto l’accordo, concedano alle parti il tempo giusto per riflettere prima della firma6 . Il tribunale viene informato di un parallelo procedimento di mediazione, ma non viene alcun scambio di opinioni o di contenuto tra i due procedimenti. L’accordo finale della mediazione può essere presentato in udienza per volontà delle parti e protocollato. In Italia, l’applicazione della mediazione familiare internazionale è ancora molto blanda e non vi sono ancora elenchi di mediatori familiari internazionali attraverso i quali sia possibile identificare mediatori specializzati: il tutto viene affidato alle strutture pubbliche sul territorio a mediatori familiari nazionali. Vi sono state importanti sentenze come Tribunale per i minorenni di Bologna 5 marzo 2015 e 23 maggio 2017 che hanno previsto l’applicazione della mediazione familiare nei casi di sottrazione internazionale dei minori. Il Tribunale per i minorenni di Bologna, con l’ordinanza del 5 marzo 2015, ha ritenuto ammissibile e opportuno, disporre all’interno del procedimento per sottrazione internazionale di minori, un percorso di mediazione familiare per i genitori. Nel caso all’esame del tribunale bolognese, una coppia di coniugi, lei italiana e lui americano, si erano sposati negli Stati uniti, dove erano nati due figli. La famiglia era residente negli USA ma manteneva un’abitazione in Italia in cui la famiglia dimorava durante le vacanze estive. A causa della crisi coniugale in atto, la donna era rimasta in Italia con i figli, rifiutandosi di tornare in America. L’uomo aveva tentato di convincere la moglie, anche ritornando in Italia, ma aveva ottenuto solo un rifiuto deciso. A causa della crisi coniugale in atto, la donna era rimasta in Italia con i figli, rifiutandosi di tornare in America. L’uomo aveva tentato di convincere la moglie, anche ritornando in Italia, ma aveva ottenuto solo un rifiuto deciso. Il Tribunale prospettava, allora, la possibilità di intraprendere un percorso di mediazione nell’esclusivo interesse dei minori, al quale le parti davano la propria disponibilità. Secondo i giudici bolognesi, il tribunale minorile è “l’organo giudiziario che garantisce la realizzazione di un diritto che ormai non è più sui minori, ma per i minori, utilizzando tutti gli istituti giuridici ritenuti significativi per il raggiungimento di questo obiettivo”. Infatti, oggi il minore è considerato soggetto titolare di diritti e non più, come in passato, semplice oggetto di protezione. Nel provvedimento si da atto che la legge non prevede l’innesto del precorso di mediazione nel procedimento in oggetto, e quindi la decisione costituisce una novità assoluta, ma a livello europeo, la mediazione del conflitto è un istituto sperimentato nel caso di liti genitoriali internazionali. Devono essere a questo punto esaminati i diversi modelli di mediazione familiare internazionale in alcuni paesi UE o extra UE. La Germania ha una lunga esperienza nella pratica della mediazione familiare internazionale. Nel periodo compreso tra l’ottobre del 2000 e la fine del 2006, il Ministero della Giustizia ha organizzato in Germania, in collaborazione con le più grandi associazioni per la mediazione tedesche, la B.A.F.M. e la B.M., un gruppo di lavoro, rivolto alla realizzazione di progetti-modello di mediazione familiare tra la Germania e quattro Paesi (USA, Polonia, Inghilterra e Francia) scelti sulla base del progressivo aumento di casi attinenti ai conflitti su minori, casi di sottrazione tra genitori appartenenti a tali nazionalità. Nel 2008 è stato creato il gruppo MIKK al fine di collocare le attività svolte in una nuova prospettiva più mirata, mediante competenze specializzate. La formazione dei mediatori prevede 160 ore come mediatori familiari e un advanced training nei casi di sottrazione internazionale dei minori. Si applica la co-mediazione: un uomo ed una donna, di formazione giuridica e psicologica-sociale, un mediatore tedesco ed un mediatore di un altro stato di nazionalità di un genitore. La mediazione è effettuata dove si trova il minore. Si preferisce la mediazione face to face in un week end. Si affrontano tutti gli argomenti, non solo quello di eventuale ritorno del minore. Alcuni Stati europei, come il Belgio, si sono attivati e distinti per la promozione della mediazione cross border. In Belgio, l’organizzazione Child Fous7 ha realizzato, tra le tante attività, un servizio di Pre Mediation Bureau. La Pre Mediation Bureau offre informazioni in merito alla procedura di mediazione internazionale ed organizza gli incontri di mediazione. Internazionale perché si riferisce ai casi dove i genitori provengo da Stati differenti e/o hanno o desiderano avere la residenza abituale in un differente paese. La mediazione offre ai genitori la possibilità di negoziare accordi in merito alla residenza dei loro figli che si adatta alle necessità sia dei figli che dei genitori, tenendo presente che entrambi dovranno suddividersi la responsabilità della loro cura e crescita. La mediazione viene svolta in un luogo sicuro e neutrale. Durante la mediazione, l’interesse dei bambini a mantenere un rapporto continuo e positivo con entrambi i genitori e con gli altri membri della famiglia è fondamentale. La mediazione familiare internazionale è un procedimento volontario ed offre la possibilità ai genitori di risolvere pacificamente il conflitto con il supporto di due mediatori internazionali professionisti in un ambiente riservato. La coppia genitoriale è supportata da mediatori che tracciano i loro punti di conflitto così bene come le loro comuni ragioni. L’obiettivo finale è che i genitori possono trovare soluzioni nell’interesse preminente dei loro figli che siano accettate e condivise da entrambi. La mediazione tenta di prevenire lunghe battaglie legali tra i genitori. In caso di richiesta di rimpatrio del minore, secondo la normativa della convenzione dell’Aja del 1980, la mediazione familiare internazionale offre ai genitori la garanzia che la mediazione non metterà in pericolo o rallenterà la procedura di ritorno del minore ma correrà simultaneamente con la stessa procedura. Se la mediazione non dovesse raggiungere il risultato sperato, i genitori possono ritornare a discutere il loro caso dinanzi al Tribunale competente. La partecipazione in mediazione non influenzerà la possibilità dei genitori di attivare un procedimento giudiziario. Il giudice non terrà conto del fatto che la mediazione è stata intrapresa o se la mediazione è frutto di un accordo o no. La ricerca ha mostrato che gli accordi mediati sono spesso eseguiti perché entrambi i genitori hanno una diretta influenza sulla decisone del processo. Inoltre, la mediazione ha una positiva influenza sulla relazione tra i genitori e può evitare possibili traumi al bambino ed alla famiglia. La Pre Mediation Bureau gode del supporto economico della Commisione Europea. Questo progetto pilota prevede un supporto economico per i casi di mediazione in Belgio o che riguardano un genitore belga. Per la realizzazione di questo progetto, Child Focus ha costituito una collaborazione con l’autorità centrale belga per l’applicazione della Convenzione dell’Aja 1980 e con i Tribunali di Ghent e Brussles. Il progetto si basa sull’ipotesi che i genitori attraverso l’uso della mediazione possono raggiungere un accordo sulla residenza abituale del minore e sulle modalità di visita dello stesso. Quando i genitori decidono di intraprendere il procedimento di mediazione, il Pre Mediation Bureau organizza tutto quello che occorre per iniziare la mediazione. Prima che la mediazione inizi, entrambi i genitori hanno una conversazione informativa con il Pre Mediation Bureau. Durante questa conversazione, chi si occupa del caso spiega il processo di mediazione e discute degli argomenti che i genitori si augurano di affrontare in mediazione. Questa conversazione offre ai genitori la possibilità di formulare domande prima di iniziare la mediazione. Quando entrambi i genitori decidono per la mediazione, la Pre mMdiation Bureau contatterà 2 mediatori specializzati: ognuno del paese di appartenenza dei genitori. La Pre Mediation Bureau predispone il contratto di mediazione, nel quale i genitori ed i mediatori si impegnano a transigere il conflitto attraverso la mediazione. La mediazione comincerà il prima possibile. Uno dei mediatori, solitamente quello belga, avrà una conversazione per telefono con entrambi i genitori separatamente e desidererà se il caso sia mediabile.

Dopo questa conversazione, il delegato della Pre Mediation Bureau che si occupa del caso provvederà a trovare il luogo dove si svolgerà la mediazione e organizzerà le sessioni di mediazione. La Pre Mediation Bureau è responsabile anche della chiusura della procedura di valutazione. Le sessioni di mediazione sono organizzate in base alle esigenze dei genitori ed alle loro disponibilità, tenendo conto anche dei tempi del procedimento giudiziale. Solitamente le sessioni di mediazione si svolgono in tre giorni consecutivi, solitamente nel week end. Durante il procedimento di mediazione, i genitori possono consultare i loro avvocati. Alla fine della mediazione, il potenziale accordo sarà sottoscritto dai genitori e dai mediatori. L’accordo verrà riconosciuto/ omologato dal Tribunale o da un notaio, a secondo della legislazione del Paese. Ogni sezione di mediazione vedrà la presenza di due mediatori, che lavorano con imparzialità ed indipendenza. I mediatori sono scelti nel network del Cross border family mediators. Entrambi hanno esperienza nei casi di mediazioni internazionale e usano un comune modello di mediazione. Essi conoscono bene il Regolamneto Brussels II e la Convenzione dell’Aja 1980. I bambini possono essere ascoltati (possibilmente dagli 8 anni in su) nel procedimento di mediazione per capire i loro pensieri, emozioni circa le misure ed i provvedimenti da prendere. Quando i genitori danno il consenso all’ascolto del minore, tale ascolto è organizzato secondo precise modalità. I bambini vengono ascoltati da professionisti esperti. Tale conversazione con i minori verrà trascritta e discussa con i genitori in mediazione. Tutto quello che avviene e detto in mediazione non può essere utilizzato in Tribunale. Tutto ciò che viene detto oralmente e scritto deve rimanere confidenziale e non utilizzato in un procedimento giudiziale. Il Pre Mediation Bureau offre un gratuito servizio ai genitori per la preparazione e l’organizzazione della mediazione, perché è supportato dalla Commissione europea. Copre le spese di viaggio e gli onorari dei mediatori. Il personale contributo da parte di ogni genitore è pari alla somma di 50 euro. In Germania, invece, il servizio di Pre Mediation Bureau non è finanziato dalla Commissione europea, ed è stato istituito il 1° novembre 2009 con il Ministero della Sicurezza e Giustizia ed il Consiglio per il Judiciary come parte del Centro International Child abduction. Parte delle spese sono sostenute dal Ministero della Sicurezza e della Giustizia ed i genitori possono usufruire del gratuito patrocinio. I costi per una mediazione internazionale sono circa euro 1390 a persona per un massimo di 9 ore di mediazione, 3 ore preparazione. I genitori che usufruiscono del gratuito patrocinio daranno un personale contributo che varia da 53 euro a 105,00 euro a persona.

NOTE

1 www.coe.int/t/e/legal_affair/legal_cooperation/family_law_and_children_ rights/conferences.

2 KleiM, The work of the European Parliament Mediation office, Secretariat of European

Parliament.

3 gonzales Martin, International Parental Child Abduction and Mediation: an overview, in Family

Law Quarterly, 48, 2 (Summer 2014).

4 Kiesewetter, Cross border Family Mediation, Wolfang Metzner Verlag, 2011.

5 KucinsKi, Culture in International parental kidnapping mediations, in Pepperdine Dispute

Resolution Law Journal. La cultura comprende anche il modo di comunicare: la cultura influenza il

modo di comunicare tra le parti. Per la buona riuscita della mediazione, il mediatore deve capire

se una persona appartiene ad una cultura individualista o collettivista. Se una cultura definisce i

ruoli di donna e uomo in maniera specifica, alcune culture imparano differentemente, ci sono

culture monocroniche ed altre policroniche, l’uso del silenzio è interpretato in maniera diversa da

alcune culture, come il guardare o no dritto negli occhi, per alcune culture è segno di disprezzo,

per altre rispetto. Ogni cultura ha un concetto differente di famiglia, di migliore interesse del

minore. Solo il ruolo del mediatore deve essere culturalmente ben definito: il mediatore deve

sostenere ciascuna parte, essere neutrale deve dare una eguale compensazione, ridurre la

tensione, riattivare l’armonia tra le parti. Il mediatore deve avere la fiducia delle parti.

6 Guida alle buone prassi nell’ambito della Convenzione dell’Aja del 25 ottobre 1980 sugli aspetti

civili della sottrazione internazionale dei minori Mediazione hcch Commissione Europea, 2012.

7 Mediation Bureau International Child Abduction Center 2018.