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In presenza di una disposizione di legge che indica con chiarezza l’obiettivo – impedire il passaggio di oggetti – le soluzioni per raggiungerlo vanno necessariamente adeguate alla situazione concreta che l’amministrazione si trovi ad affrontare”.

Proprio alla luce delle circostanza presenti nel singolo caso concreto, l’amministrazione penitenziaria – o la magistratura di sorveglianza in sede di reclamo – può, dunque, “disporre un colloquio senza vetro divisorio anche con minori di età superiore a dodici anni, quando sussistano ragioni tali da giustificare una simile scelta, oggetto di adeguata motivazione, volta ad escludere, in particolare, che i minori in questione siano strumentalizzabili per trasmettere o ricevere informazioni, ordini o direttive”.

Per converso, l’amministrazione può rifiutare – con provvedimento comunque soggetto al vaglio giurisdizionale – “una richiesta di colloquio non schermato anche con un minore infradodicenne, nei casi in cui, nel bilanciamento tra il suo interesse, i diritti del detenuto e le esigenze di sicurezza, risultino elementi specifici, tali da rendere oggettivamente prevalente l’esigenza di contenimento del rischio di contatti con l’ambiente esterno.

 

Esito del ricorso: Dichiarazione di infondatezza

 

Diritti del minore – Detenuti – Modalità dei colloqui con i familiari - Regime inumano - Bilanciamento tra i diritti del detenuto e le esigenze di sicurezza - Rif. Leg. art. 41-bis, comma 2-quater, lett. b), L. 26 luglio 1975, n. 354 (Norme sull’ordinamento penitenziario e sulla esecuzione delle misure privative e limitative della libertà); artt. 3, 27, 3 comma, 31 e 117, 1 comma, della Costituzione; art. 8 CEDU, art. 3 della Convenzione dei diritti del fanciullo

autore: Cianciolo Valeria