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È lecito vietare i giochi finalizzati a "giocare ad uccidere". - Corte di giustizia CE, sez. I, 14 ottobre 2004, n. 36

Giovedì, 14 Ottobre 2004
Giurisprudenza | Diritto internazionale

- Giochi vietati -
Secondo il giudice del rinvio il divieto di sfruttamento commerciale di giochi che comportano la simulazione di atti di violenza contro persone ed in particolare la rappresentazione di omicidi, corrisponde al livello di tutela della dignità umana che la Costituzione nazionale intende assicurare sul territorio della Repubblica federale di Germania. Vietando la variante del gioco finalizzata a colpire bersagli umani e dunque a "giocare ad uccidere", il provvedimento controverso non ha ecceduto quanto necessario per conseguire l'obiettivo perseguito dalle autorità nazionali competenti. Infatti i diritti fondamentali fanno parte integrante dei principi generali del diritto dei quali la Corte garantisce l'osservanza. A tal fine, la Corte si ispira alle tradizioni costituzionali comuni agli Stati membri e alle indicazioni fornite dai trattati internazionali relativi alla tutela dei diritti dell'uomo a cui gli Stati membri hanno cooperato o aderito. La convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali riveste, a questo proposito, un particolare significato. Il rispetto dei diritti fondamentali, imponendosi sia alla Comunità che ai suoi Stati membri, rappresenta un legittimo interesse che giustifica, in linea di principio, una limitazione degli obblighi imposti dal diritto comunitario, ancorché derivanti da una libertà fondamentale garantita dal trattato, quale la libera prestazione di servizi. Ne consegue, che il provvedimento nazionale in questione incide in modo giustificato sulla libera prestazione di servizi.

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